Negli ultimi anni i Me Contro Te sono diventati un vero e proprio fenomeno di costume, conquistando milioni di bambini e trasformando la loro immagine in un marchio da milioni di euro. Ma dietro sorrisi, colori e canzoni spensierate, si nasconde un meccanismo molto più complesso. A puntare i riflettori è il giornalista Salvo Sottile, che ha deciso di indagare cosa si cela davvero dietro al successo della coppia più amata dai bambini: un business colossale, strategie di marketing studiate al millimetro e un seguito che non accenna a diminuire.
Dal matrimonio rinviato al patrimonio milionario: la verità sui Me Contro Te
Negli ultimi giorni i Me Contro Te sono finiti al centro del dibattito pubblico non solo per la decisione di rimandare le nozze, ma anche per un’indiscrezione diffusa da Fanpage. Secondo quanto riportato, la coppia possiederebbe 37 immobili a Milano, per un valore complessivo che supererebbe i 17 milioni di euro.
“C’è un mondo parallelo che vive accanto a noi, ma che quasi nessuno racconta. È il FarWest digitale dove i nostri figli trascorrono ore, occhi incollati a uno schermo che sembra innocuo: colori accesi, giochi, canzoncine, due ragazzi che sorridono e scherzano ne sono i protagonisti. Due ragazzi siciliani, Sofì e Luì, sono diventati gli idoli indiscussi dei bambini e dell’infanzia italiana. Sono “I Me contro Te”, con 7 milioni di iscritti, film da record, album di platino e merchandising ovunque. Oggi possiedono un patrimonio che sfiora i 17 milioni di euro”.
Sui social non sono mancate le reazioni indignate, ma al di là delle polemiche molti riconoscono che Sofì e Luì hanno costruito il loro impero con costanza e hanno il pieno diritto di gestire liberamente vita privata e finanze. A rendere la vicenda ancora più discussa è però intervenuto Salvo Sottile, che ha dichiarato di aver condotto una breve indagine sul mondo dei due creator.
Salvo Sottile smaschera i Me Contro Te: cosa c’è dietro davvero
In un video pubblicato su Instagram, il giornalista ha sollevato dubbi sulla classificazione dei contenuti dei Me Contro Te, sostenendo che non tutti i loro video sarebbero contrassegnati come destinati ai bambini. A suo avviso, questa scelta permetterebbe l’attivazione di pubblicità mirata, abbonamenti e commenti, strumenti che dovrebbero essere disattivati quando il pubblico è minorenne, ma che generano introiti molto più elevati.
“Dai click dei piccoli ai mattoni dei grandi: ricavi investiti in un patrimonio di molti milioni. E a proposito di questo sistema che trasforma l’infanzia in un business, le piattaforme e le autorità chiudono gli occhi. Dal sorriso davanti a una webcam a decine di appartamenti a Milano: la favola digitale dei Me Contro Te e il vuoto normativo che trasforma l’infanzia in un vero mercato“.
Secondo Sottile, il nodo non riguarda i guadagni della coppia, bensì un sistema che trasforma l’infanzia in una risorsa economica senza regole chiare. Non è la prima volta che un giornalista affronta l’argomento: già a negli scorsi mesi Selvaggia Lucarelli aveva evidenziato come i nuovi contenuti del duo mostrassero un cambio di tono, con riferimenti più adulti, ostentazione di lusso e dinamiche polemiche con altri creator, frutto – a suo dire – di un calo di fatturato e della necessità di rivolgersi a un pubblico diverso.
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