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Sassi dal cavalcavia a Roma, nessun ferito

Sassi dal cavalcavia a Roma, nessun ferito

Dei sassi sono stati lanciati dal Corso d'Italia, a Roma. Le indagini sono in corso e fortunatamente non ci sono feriti.

Sassi su Corso d’Italia, Roma. Le segnalazioni giunte alle autorità parlavano della caduta di calcinacci dal cavalcavia. Gli inquirenti giunti sul posto si sono resi conto però che ha causare i danni sono stati alcuni sassi. Niente rischi di danneggiamento al ponte, quindi, ma un’opera di vandalismo purtroppo diffusa in Italia. Le indagini sono in corso e gli agenti hanno iniziato a visionare quanto ripreso dalle videocamere di sorveglianza.

Nessun ferito

Non ci sarebbero feriti dal lancio di sassi dal cavalcavia, a Roma. Una buona notizia, visti i precedenti in cui il lancio di pietre sui sottopassi sottostanti hanno causato ben più di una tragedia. In Italia, si tratta di un reato purtroppo bene conosciuto dagli inquirenti. Il 10 novembre 2017 è rimasta uccisa una donna di 62 anni, per il lancio di uno dei famigerati sassi. In viaggio lungo la strada provinciale 121, da Cernusco sul Naviglio, in direzione di Carugate, la vittima è stata centrata a bordo della sua auto da una pietra lanciata da un cavalcavia.

Precedenti

Purtroppo, la morte della 62 enne è solo uno dei numerosi casi, che fin dagli inizi degli anni Novanta sono stati raccontati dalla cronaca nazionale. Il primo caso in assoluto in Italia risale al 1986. Quel 22 aprile lungo la strada provinciale di Milano-Lentate, un sasso lanciato da un cavalcavia ha colpito la vettura su cui viaggiava Maria Jlenia Landriani con i suoi genitori. La piccola, di appena 2 mesi e mezzo è morta sul colpo. Il numero delle vittime nel decennio prima del 2000 non si riesce a contare. Tuttavia, a preoccupare ancora di più l’opinione pubblica è stato il fatto che dietro ai lanci delle pietre ci fossero per lo più ragazzi. Guardando agli decennio 2000, nel 2014, riferisce anche il Corriere della Sera, circa 62 minorenni avrebbero preso parte ad almeno 90 episodi. Nel 2016 il numero si abbassa a 85 casi, metre i minorenni coinvolti scendono a 33. Numero che fortunatamente è sceso anche nel 2017: solo 18 gli episodi che hanno visto il coinvolgimento di ragazzi più giovani di 18 anni.