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Scacco alla mafia del mandamento di Porta Nuova: 18 fermi

Carabinieri in azione contro le cosche di Porta Nuova

Scacco alla mafia del mandamento di Porta Nuova: 18 fermi cautelari avallati dal Gip e sei fiorenti piazze di spaccio di Palermo centro decapitate

In Sicilia scacco alla mafia del mandamento di Porta Nuova: 18 fermi messi in atto in queste ore da Dda e i carabinieri che sono entrati in azione contro le cosche del settore dove era stato ucciso Giuseppe Incontrera. I militari del comando provinciale di Palermo hanno eseguito 18 fermi nei confronti di altrettanti indagati. Fermi eseguiti su mandato dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia. I fermati sono ritenuti a vario titolo responsabili di “associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsioni e rapine aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose”. 

Scacco alla mafia di Porta Nuova

Il blitz ha riguardato il mandamento mafioso di Porta Nuova, territorio dove sei giorni fa è stato ucciso Giuseppe Incontrera, “soggetto ritenuto vicino ai clan”.  A coordinare l’inchiesta il procuratore aggiunto della Dda Paolo Guido che ha messo in tacca di mira procedurale i gregari delle famiglie mafiose di Porta Nuova e Palermo Centro. Sono tutte famiglie organiche allo storico mandamento di Porta Nuova. Ma cosa facevano gli indagati? 

Nel mirino ben sei piazze di spaccio

Avrebbero messo in piedi “un’articolata associazione che trafficava hashish, marijuana, cocaina, eroina e crack gestita, in tutta la sua filiera (dalle fasi di approvvigionamento all’ingrosso, allo spaccio al minuto sul territorio)”. Una velina dell’Arma spiega che “sono stati fermati i capi di 6 piazze di spaccio, localizzate in alcuni storici quartieri del centro  (il Capo, la Vucciria, Ballarò e la Zisa) ritenuti organici a Cosa nostra”. E ancora: “Sono state ricostruite due estorsioni e cinque tentativi di estorsione a imprenditori e commercianti del centro cittadino. L’organizzazione avrebbe commesso anche due rapine per rimpinguare le casse della cosca”.