Paola Marras Traffico e sovraffollamento saranno presto un lontano ricordo. Non ovviamente nelle grandi città italiane, che devono ancora combattere con mezzi pubblici inefficienti, ma in Senegal dove è in procinto di essere inaugurata Diamniadio.
Diamniadio: la città del futuro
La capitale del Senegal, Dakar, è diventata infatti ormai una città ingestibile per gli spostamenti, con mobilità spesso intasata a causa del sempre più elevato numero di residenti. Oltre ai tre milioni di abitanti, la città ospita inoltre ogni giorno decine di centinaia di disoccupati che si riversano sulle strade della capitale in cerca di fortuna. Il Senegal infatti ha una crescita attorno al 6 per cento all’anno, anche se il suo debito pubblico è salito a quasi il 61 per cento rispetto al PIL.
Nel 2013 quindi è stato approvato il progetto di una città che sorgerà ad appena 33 chilometri da Dakar, ma che promette di essere futuristica non solo dal punto di vista architettonico ma anche per la gestione del traffico. Entro il 2035 infatti dovrebbe sorgere Diamniadio (per un costo complessivo di 2 miliardi di dollari). Alla fine dello scorso anno, il ministro responsabile del progetto, Cheikh Kanté, ha annunciato che i lavori sono a buon punto con l’80 per cento delle infrastrutture realizzate.
Diamniadio si estenderà su 4mila ettari e ospiterà il parco industriale, i ministeri statali e un’università di circa 30mila studenti. Nel progetto previsti anche una serie alloggi di lusso o per la classe media (a prezzi accessibili) per un totale di 350mila residenti. I critici però affermano che i 2 miliardi di euro potevano essere spesi per ridurre la povertà della popolazione senegalese, dicendosi certi che Diamniadio rimarrà alla fine un quartiere inaccessibile alla gente comune.
