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Sestili: “Ospedali pieni entro un mese, solo tre dosi proteggono da Omicron”

Giorgio Sestili

Il fisico Sestili e i dati della pandemia in Italia tradotti in concetti semplici: “Ospedali pieni entro un mese, Omicron arginata solo dalla booster”

Giorgio Sestili di mestiere fa il fisico e il divulgatore, perciò prende i dati e li rende “potabili” a chi fisico non è e li traduce in parole e concetti semplici, parole come quelle che ha detto al Corriere della Sera che lo ha intervistato: “Ospedali pieni entro un mese, solo tre dosi proteggono da Omicron”. Il fisico spiega che il trend della pandemia va verso la saturazione dei posti letto ma anche che in questo momento serve attenzione massima ma senza paura. 

Ospedali pieni entro un mese: il modello del Regno Unito per analizzare l’Italia

E prende in prestito i dati del Regno Unito per analizzare la situazione italiana alla luce dei quasi 200mila ultimi contagi censiti: “Sono i più accurati finora per la loro capacità di sequenziamento della nuova variante e perché loro hanno un vantaggio di un mese rispetto a noi sui primi casi registrati. Ne hanno intercettati oltre 198 mila. Sulle ospedalizzazioni abbiamo buone notizie seppure all’interno di un contesto in peggioramento per l’alto numero di contagi”. 

Contagiosità di Omicron, picco atteso ed ospedali che stanno per diventare pieni entro un mese

Tuttavia il legame fra contagiosità della Omicron e sovraccarico degli ospedali è innegabile, perciò Sestili spiega che “12 casi su 100 con Omicron ospedalizzano comunque, ma 88 no. Con Delta il valore è più alto, al 95%, ma resta un’ottima copertura considerando che l’efficacia dei vaccini antinfluenzali è attorno al 50-60%”. Poi la chiosa: “È chiaro: senza la terza dose il rischio sale”. E Sestili spiega anche di quanto: “Ad oltre sei mesi dalla seconda dose l’efficacia vaccinale scende al 52% per gli infetti Omicron contro l’80% di Delta. Significa che, con Omicron, il rischio di ospedalizzare sale del 28% per chi il richiamo l’ha fatto in estate a prescindere dal preparato”. Poi: “Entro i 6 mesi dal richiamo l’efficacia sale invece al 72%. Parliamo sempre, preciso, di ricoveri ordinari. I vaccini ci proteggono contro le forme di malattia grave, meno dal rischio contagio anche perché si tratta di una variante diversa. Il virus colpisce le vie aeree superiori, soprattutto la gola, dunque è più trasmissibile”

Terapie intensive quasi a quota 1500 ed ospedali pieni entro un mese: 540 ricoveri in area non critica al giorno

I non vaccinati “hanno 3,5 volte di più il rischio di contrarlo, ma decolla per le forme gravi. Chi prende Omicron e non è coperto rischia 17 volte di più il ricovero rispetto a chi ha fatto tre dosi, 20 volte di più di finire in terapia intensiva, 19 volte di più di morire secondo gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità”. Sta di fatto che le terapie intensive sono quasi quota 1500 e si teme il picco, sia perché non si sa bene quando arrivi sia perché non si sa benissimo cosa farà agli ospedali. Ma Sestili questo ultimo dato un po’ ce l’ha: “Non sono in grado di calcolare il picco, certo è che se consideriamo solo i ricoveri ordinari abbiamo un tasso di riempimento in area non critica degli ospedali di 540 unità in più al giorno”. 

“Senza una inversione della curva avremo gli ospedali pieni entro un mese perché Omicron buca le due dosi”

“Abbiamo al momento 13.364 ricoveri ordinari. Senza un’inversione della curva manca poco più di un mese ai picchi delle altre ondate, anzi forse meno considerando che i ricoveri hanno una dinamica ritardata di una settimana rispetto ai contagi. Abbiamo toccato un picco di 33mila ospedalizzati il 31 marzo 2021, un altro picco di 39mila il 23 novembre 2020, la situazione potrebbe tornare simile sopra i 30-35 mila in 34 giorni”. Insomma, l’Italia ha quasi 50 milioni di vaccinati ma è ancora “nei guai” e la spiegazione di Sestili è stata netta, breve ed inequivocabile: “Perché Omicron buca le prime due dosi, in sostanza”.