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Siccità, quali sono le regioni che hanno finito le riserve d'acqua

Siccità

Alcune regioni italiane hanno finito le riserve d'acqua per via della siccità, soprattutto al nord. I governatori chiedono di usare poca acqua.

La siccità continua a colpire l’Italia. Diverse regioni italiane hanno finito le loro riserve d’acqua, soprattutto al Nord. I governatori hanno iniziato a chiedere di fare un uso super parsimonioso dell’acqua.

Siccità, quali sono le regioni che hanno finito le riserve d’acqua

L’allarme siccità è sempre più alto in Italia, in modo particolare nelle regioni del Nord, nonostante le previsioni di pioggia. Dopo mesi di assenza totale di rovesci e caldo torrido e fuori stagione i corsi d’acqua e le riserve ne hanno risentito. Le regioni italiane che hanno finito le riserve d’acqua a causa della siccità sono Piemonte e Veneto, dove i governatori si sono mostrati preoccupati e hanno invitato la cittadinanza a fare un uso parsimonioso di ogni goccia d’acqua. Situazione critica anche in Emilia Romagna e Lombardia e problemi segnalati anche in Liguria e in Toscana.

Riserve d’acqua finite in Piemonte

Dobbiamo salvare ogni litro di acqua potabile a disposizione, perché le riserve sono finite” ha dichiarato Matteo Marnati, assessore all’Ambiente del Piemonte. “Il Vco è la provincia che in questo momento ha più criticità e più bisogno di autobotti. Anche l’Alessandrino è in forte difficoltà. Finora in Piemonte sono stati fatti circa duemila interventi con le autobotti ma ora ci sono tanti turisti, e in alcune aree la situazione sta precipitando. Fino a fine luglio abbiamo chiesto al Governo 7,6 milioni di euro di danni. Ora rifaremo il punto, ma sicuramente ci vorrà qualche milione specifico per le autobotti, perché spostare l’acqua costa” ha spiegato Marnati. L’emergenza ha accelerato i progetti contro la dispersione delle acque. “Abbiamo il dovere di abbattere la dispersione, sul 33% in media, che è ancora troppo alta. Più si sale in montagna più le percentuali di dispersione salgono a superare anche il 60%, più scendiamo in pianura e più arriviamo anche sotto il 20%. L’importante è sostituire le tubature dove gli acquedotti hanno oltre 50 anni” ha aggiunto l’assessore.

Allarme siccità in Veneto

Forti preoccupazioni anche in Veneto, per il governatore Luca Zaia. “Purtroppo sono più di 5 mesi che non piove in maniera importante. Manca una ricarica per le attività, per gli acquedotti. Le previsioni per i prossimi giorni dicono stabilità, per questo faccio appello a un uso responsabile della risorsa idrica. Per ora non ci sono sintomi per l’inversione della tendenza” ha dichiarato il presidente di Regione. “Non dico di aspettare due pipì prima di tirare l’acqua ma evitiamo di lustrare l’auto il sabato sera per uscire con la fidanzata, irrigare i giardini, non sprechiamo la risorsa” ha aggiunto il governatore, aggiungendo che sono in anticipo di tre mesi e che la situazione di oggi avrebbe dovuto riguardare la fine dell’estate.