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Siemens impone l'obbligo di Green pass per i lavoratori: tamponi gratis per chi non può vaccinarsi

Siemens green pass

La decisione dell'azienda anticipa il governo: chi decide di non immunizzarsi, pagherà autonomamente i tamponi. L'alternativa è lo smart working.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato l’estensione del Green pass a Rsa e lavoratori di mense e pulizie, ma il premier Draghi anticipa un’ulteriore estensione generalizzata. Ad anticipare le decisioni del governo è la Siemens, che ha reso obbligatorio il Green pass per i dipendenti che lavorano in azienda.

Siemens, obbligo di Green pass per i lavoratori

Dal 27 settembre 2021 chi lavora in Siemens dovrà disporre del certificato verde, che diventa il requisito fondamentale per accedere in azienda. I dipendenti che non vogliono immunizzarsi potranno raggiungere il posto di lavoro solo se in possesso di tampone negativo. Il test dovrà essere pagato di tasca propria. L’azienda offrirà tamponi gratuiti solo ai lavoratori che non possono vaccinarsi per via di altre patologie.

La decisione anticipa quella del governo, che sembra intenzionato a estendere ulteriormente l’obbligo di green pass.

Siemens, obbligo di Green pass per lavoratori: qual è l’alternativa

A chi non vuole vaccinarsi è stata lasciata un’alternativa: lo smart working. L’azienda, infatti, ha lasciato libertà di scelta sul luogo dal quale lavorare. Quindi chi non vuole sottoporsi al vaccino anti-Covid potrà ugualmente lavorare, ma da casa.

Il Green pass diventa obbligatorio solo per le sedi amministrative dell’azienda.

Siemens, Green pass per i propri dipendenti: le parole dell’amministratore delegato

A spiegare e commentare la scelta intrapresa dall’azienda è il presidente e amministratore delegato ad interim, Pierfrancesco De Rossi.

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’esponente dei vertici Siemens ha dichiarato: “Abbiamo deciso di garantire il pagamento dei tamponi ai dipendenti fragili che per motivi di salute non si possono vaccinare”. Poi ha precisato: Chi per scelta non si vaccina dovrà invece fare il tampone a proprie spese“.

“Siamo arrivati a questa decisione dopo un percorso che ha visto il coinvolgimento dei sindacati e dei dipendenti. Molti hanno risposto volontariamente a un questionario”, ha fatto sapere. Quindi ha aggiunto: “Ne è risultato che oltre il 90% sono vaccinati. La decisione a cui siamo giunti è largamente condivisa. Mi auguro che non si generi alcun contenzioso. Eventuali situazioni individuali non strumentali si possono comporre trovando soluzioni”.

Tra le soluzioni individuate c’è lo smart working, con il quale i dipendenti potranno sempre proseguire il proprio lavoro.