Tornato in Italia. Ma non per sua scelta. Simone Bartiromo, 33 anni, è atterrato a Fiumicino nella tarda serata di ieri. Stretta sorveglianza, volo scortato. Ad aspettare il broker della droga estradato in Italia, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli. Lo aspettavano da un po’.
Dalla Costa Blanca alla camorra: l’estradizione del broker droga Bartiromo in Italia
Simone Bartiromo è atterrato a Fiumicino nella tarda serata, direttamente dalla Spagna. Trentaquattro anni da compiere, era finito nell’elenco dei latitanti pericolosi del Ministero dell’Interno. Ad attenderlo, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli. Un ritorno blindato. Senza sconti. Era stato arrestato il 16 luglio a Orihuela, in provincia di Alicante, dopo settimane di indagini. Una cattura avvenuta grazie alla collaborazione tra le autorità italiane e la Policia Nacional di Madrid.
Secondo gli inquirenti, Bartiromo avrebbe avuto un ruolo di spicco nel traffico internazionale di stupefacenti. Un broker della droga — così lo descrivono — in stretto contatto con la camorra. Nello specifico con alcuni clan realtà ben radicate in Italia tra il Rione Traiano, Scampia e Secondigliano come riporta napolitoday. I militari parlano di “gravi indizi” e di un sistema collaudato. Lui avrebbe gestito i canali tra Spagna, Albania e Italia. Cocaina, hashish, trasporti sicuri. Sempre lontano dalle scene, ma al centro delle decisioni.
Piazze di spaccio, affari e clan: il ruolo di Simone Bartiromo nel traffico italiano
Secondo le accuse, Bartiromo aveva un ruolo centrale nel traffico. I magistrati parlano di un canale stabile di approvvigionamento, da Spagna a Sud Italia. Con partite di droga pronte a inondare Scampia, Secondigliano, Melito. Ma anche Catania, Palermo, Foggia. Un sistema collaudato. Nessuna improvvisazione.
Le indagini raccontano anche altro: contatti frequenti con fornitori esteri, triangolazioni complesse, consegne affidate a corrieri invisibili. La classica organizzazione, insomma. Lui era già stato raggiunto da altri provvedimenti per reati legati al narcotraffico. Ma era sempre riuscito a sottrarsi. Fino a luglio.
Ora si trova in custodia cautelare. La misura era già stata firmata da tempo dal gip del tribunale di Napoli. I magistrati parlano di “gravi indizi”. Le accuse dovranno ora essere valutate in sede processuale.