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Simone Pillon ricorda Michela Murgia, web scatenato: "Si vergogni"

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Pagina dell'ex senatore ricoperta di insulti. "Non sapevo della situazione"

“Avrei voluto continuare a confrontarmi con te, come abbiamo fatto tante volte”. Forse il suo era uno dei tweet più attesi dalla scomparsa, a 51 anni, della scrittrice Michela Murgia. Il cordoglio dell’ex senatore Simone Pillon ha scatenato inevitabili e prevedibili polemiche, polarizzando le opinioni nei commenti a margine del suo post su Twitter.

La morte di Michela Murgia e il cordoglio di Simone Pillon

Non sapevo che la situazione fosse già compromessa. Pensavo e speravo ci fosse ancora margine di guarigione. Mi spiace. Non condividevo nulla del tuo pensiero ma avrei voluto continuare a confrontarmi con te, come abbiamo fatto tante volte. A Dio #MichelaMurgia. Riposa in pace”.

Questo il cinguettio di Simone Pillon, il politico che più volte si è scontrato con la scrittrice premio Campiello, soprattutto sui temi dei diritti civili. Un messaggio che, decontestualizzato, appare sincero ma forse evitabile. Un cinguettio che, stando alle reazioni di numerosi commentatori, stride più di uno stormo impazzito di uccelli.

 

Pillon su Michela Murgia, follower scatenati. Luca Bottura: “Si vergogni”

Il primo “Si vergogni” in ordine di apparizione porta la firma illustre di Luca Bottura, popolare giornalista, scrittore, conduttore radiofonico e autore televisivo italiano.

Segue una sfilza di commenti, a margine del tweet di Pillon, di indignazione, con tanto di insulti. I più candidi scelgono un linguaggio più diplomatico, ma evidenziano la stonatura del cordoglio per Michela Murgia.

“È la volta buona che ti blocco. L’avrei dovuto fare da tempo”, si legge subito dopo Bottura.

“L’ex onorevole “non sapeva” e “avrebbe voluto confrontarsi”. Due cazzate in così poco spazio, bravo. Ora, “Fuori dalle balle” ipocrita!”, esorta un altro utente.

Spuntano anche le teorie sulla lobby gay

Non manca di certo chi prende le difese di Pillon, in gran parte utenti con immagini liturgiche sullo sfondo di copertina. Qualcuno scomoda persino l’intramontabile teoria complottista della “lobby gay”.

“Dalla loro eroina – commenta Eremita – hanno imparato soltanto ad odiare. Odiare la famiglia come se fossero nati da una pianta … odiare la vita in grembo … odiare Dio e tutto quello che rimprovera costantemente alle loro coscienze. Ma loro odiano tutto quello diverso dalla loro ideologia … parlano di stelle, di cielo, di paradiso … illudendosi che nel Regno di Dio comandi una sorta di lobby gay che impone al Creatore l’ingresso! Le loro pseudo regole di depravazione e immoralità li seguono nella tenebra. Per chi vive nel peccato, non si converte e non crede c’è l’inferno! La tenebra non brilla”.

Amen, verrebbe da concludere. Polemiche a parte, questi post interrogano sull’opportunità di diffondere contenuti che inevitabilmente polarizzano le opinioni con commenti da stadio, in questo caso trasformando il lutto in una tribuna dalle tifoserie contrapposte.

 

A luglio il commento sarcastico sul matrimonio della Murgia

L’ultima provocazione di Pillon risale al luglio scorso. Sempre dal suo profilo Twitter commentava il matrimonio “in articulo mortis” della scrittrice con l’attore Lorenzo Terenzi.

“Michela Murgia – scriveva a margine del rito civile, officiato per tutelare la sua famiglia queer – ha deciso di sposarsi definendo il matrimonio patriarcale e limitato. Michela, di alternative ne avevi molte, ma hai scelto il matrimonio. Forse perché sai che è la forma più alta per riconoscere l’amore tra un uomo e una donna. Auguri, e guarisci presto!”.

Quel “guarisci presto” stonava con l’evidenza che Michela ci avrebbe lasciati di lì a breve. Oggi dice di non sapere che la situazione fosse già compromessa.