Una tragedia ha scosso il Minnesota: la deputata democratica Melissa Hortman e suo marito sono stati uccisi in una sparatoria ancora sotto indagine. L’uomo armato, attivamente ricercato dalle forze dell’ordine, ha anche ferito un altro esponente politico, il senatore John Hoffman, vicino a Menneapolis. Mentre le autorità continuano le ricerche, un messaggio inquietante legato all’episodio sta emergendo, alimentando paura e tensione nella comunità.
Sparatoria mortale a Minneapolis
Il governatore dello stato, Tim Walz, ha definito l’accaduto un grave atto di violenza politica, qualificandolo come un assassinio motivato da ragioni politiche. Durante l’assalto al senatore Hoffman, anche sua moglie è rimasta ferita; entrambi sono stati sottoposti a interventi chirurgici d’urgenza e attualmente si trovano ricoverati in ospedale, secondo quanto comunicato dalle autorità.
Le indagini, ancora in una fase iniziale, coinvolgono anche l’FBI che ha diffuso una sua foto e offerto 50mila dollari a chi fornirà informazioni per la cattura. “
Questo è un atto di violenza sbalorditivo. Sono grata alle forze dell’ordine che stanno rispondendo in tempo reale”, ha detto la senatrice democratica per il Minnesota Amy Klobuchar.
Intanto, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha condannato gli attacchi, sottolineando che si tratta di episodi “terribili” e annunciando che simili atti di violenza non saranno tollerati nel paese.
Sparatoria mortale a Minneapolis: il messaggio inquietante del killer
Secondo i media statunitensi, il principale sospettato della sparatoria è Vance Boelter, un uomo di 57 anni con un profilo decisamente particolare. Nel 2016 e nel 2019, Boelter sarebbe stato nominato dal governatore Tim Walz, ex compagno di corsa di Kamala Harris, come membro del Workforce Development Board, un organismo consultivo sulla forza lavoro. Boelter risulterebbe attualmente a capo delle pattuglie di sicurezza della Praetorian Guard, azienda attiva nella zona di Minneapolis-Saint Paul con servizi di sorveglianza armata. In passato ha lavorato in diversi Paesi per grandi aziende, anche svizzere.
Durante l’attacco si sarebbe finto agente di polizia, guidando un’auto con luci e sirene. Il veicolo, ritrovato dopo la fuga, conteneva armi, munizioni, un volantino No Kings, un biglietto per la festa del papà e una lista con circa 70 nomi, tra cui Hortman, Hoffman, sindaci e direttori di centri per l’aborto.
“Vi voglio bene. Ho fatto delle scelte di cui non sapete nulla, ma sarò via per un po’. Potrei morire a breve, quindi voglio farvi sapere che vi voglio bene e che avrei preferito che le cose fossero andate in un altro modo. Non voglio dire altro per non implicarvi in alcun modo perché non ne sapete nulla. Ma vi voglio bene e mi dispiace“, avrebbe scritto l’uomo ai coinquilini, secondo quanto riporta il Minnesota Star Tribune.