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Stazione spaziale cinese: atterrata sulla terra alle 02.16

stazione spaziale cinese

La stazione spaziale cinese è atterrata sulla terra alle 02.16, dopo oltre 2375 giorni in orbita.

La stazione spaziale cinese è precipitata sulla Terra. È arrivato il momento tanto atteso e, dopo oltre 2375 giorni in orbita attorno al nostro pianeta, Tiangong-1, alle ore 02.16 del mattino, si è definitivamente schiantato nell’oceano Pacifico.

La stazione spaziale cinese, schianto alle 02.16

Erano settimane che se ne parlava, si temevano terribili conseguenze rispetto all’arrivo sulla terra della stazione spaziale cinese che era stato previsto si sarebbe schiantata, proprio nel giorno di Pasqua, sul nostro pianeta, e il giorno tanto temuto è arrivato.

Per fortuna, però, nonostante fosse stato lanciato un allarme che aveva messo molti cittadini in agitazione, Tiangong-1 non si è schiantato sulla terra ferma, e ricordiamo che uno degli obiettivi possibili poteva essere l‘Italia, ma ha scelto il mare.

Con il passare delle ore, e con l’avvicinarsi sempre più serrato di domenica 1 aprile, ovvero il giorno di Pasqua, si temevano tragiche conseguenze, tanto è vero che erano state diffuse dalla nostra Protezione Civile delle precise istruzioni su norme di sicurezza da assumere per evitare spiacevoli conseguenze.

Nessun pericolo per la Terra

Fortunatamente, però, la stazione spaziale cinese non è precipitata sulle terre emerse. Con il trascorrere delle ore, infatti, nella giornata designata che cadeva nella domenica di Pasqua, l’area a rischio d’impatto è diventata sempre più definita.

Ed è stato solo in questo momento, mentre Tiangong-1 si avvicinava sempre più alla Terra, che si è potuto escludere con assoluta certezza quei Paesi, tra cui come già detto anche l’Italia che inizialmente rientrava nei probabili obiettivi con una probabilità dello 0.2%, che non sarebbero stati colpiti.

Alla fine, quindi, la stazione spaziale cinese si è schiantata alle 02.16 nell’oceano Pacifico e, anche in questo caso contriaramente a ciò che si temeva, l’impatto non ha prodotto alcun genere di danno. Ovviamente il fatto che lo scontro sia avvenuto in mare, seppure qualche effetto ci sia stato, non ha creato troppi problemi.

Per quanto riguarda il nostro Paese, comunque, l’Italia era già uscita dalla zona rossa nella tarda serata di domenica 1 aprile, ma solo nel momento in cui i calcoli rispetto all’impatto sono diventati man mano sempre più precisi.

stazione spaziale cines

L’Italia esclusa dalla possibilità di impatto

Per quanto riguarda il nostro Paese, comunque, il capo del dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, aveva già confermato che la percentuale di colpire l’Italia era scesa allo 0,1%, e che entro qualche ora prima della fine della giornata, il nostro territorio sarebbe quasi certamente stato escluso.

Il movimento intorno a questa vicenda, come c’era naturalmente da aspettarsi, ha coinvolto enti di ricerca di tutto il mondo. Il lavoro è stato indefesso e scrupoloso, ed è stato così che sono stati raccolti una serie di dati da dodici diverse agenzie spaziali. È stato in questo modo che è emerso che la Tiangong 1 avrebbe potuto transitare sull’Italia in ben due occasioni distinte.

La pria, alle 4.50 a sud della Sicilia e poi, a seguire, alle 6.30 su Sardegna ed Italia centro-meridionale. Solo 40 minuti prima, però, poteva essere indicata con certezza la zona del rientro della stazione spaziale cinese, anche se America centrale e settentrionale, Nuova Zelanda e gran parte dell’Australia erano già state escluse.

Le ultime ore di monitoraggio, comunque, si sono rivelate quelle decisive e, ovviamente, anche quelle fondamentali e più importanti per escludere il nostro pianeta da un possibile coinvolgimento diretto.