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Strage di Erba, Rosa Bazzi: "Lavoro per i bimbi africani"

Strage di Erba, Rosa Bazzi: "Lavoro per i bimbi africani"

Rosa Bazzi si costruisce una nuova vita, producendo nel carcere oggetti in cuoio per una cooperativa a sostegno dei bambini in Africa.

Accessori in cuoio per finanziare iniziative umanitarie. Rosa Bazzi si costruisce una nuova vita. Come? Producendo oggetti in cuoio per una cooperativa a sostegno dei bambini in Africa. In una lettera inviata a Libero, la donna si descrive operosa e costruttiva: “Persino all’interno del carcere, se si hanno volontà e voglia di costruire qualcosa, esiste la possibilità di realizzarla”. Insieme al marito Olindo, Rosa è detenuta nel penitenziario di Bollate. I 2 sono condannati all’ergastolo per la strage di Erba.

Nuova vita per Rosa

Sui giornali siamo stati abituati a leggere i loro nomi insieme. Rosa e Olindo. In una lettera indirizzata a Libero, Rosa Bazzi rompe il proprio silenzio, 12 anni dopo la strage dei propri vicini di casa. Nel carcere di Bollate dove lei e il marito Olindo sono detenuti, la donna ha trovato un lavoro. Il suo nuovo impiego consiste nella produzione di borse e accessori in cuoio. La vendita di tali materiali ha il fine di stanziare dei finanziamenti a sostegno di alcune iniziative umanitarie. Destinatari di queste ultime sarebbero i bimbi dell’Africa.

La lettera a Libero

Rosa Bazzi non aveva mai rilasciato alcuna intervista. Neppure quando nel 2017 era stata respinta la richiesta di incidente probatorio da parte della coppia, per volontà della corte d’appello di Brescia. In merito a quella vicenda è stato aperto un altro fascicolo d’indagine. Motivo? La cancelleria di Como, secondo la Procura, avrebbe eliminato degli elementi di prova senza autorizzazione. La lettera inviata a Libero è quindi una novità più unica che rara. Insieme al messaggio, la donna ha anche fatto recapitare il disegno di un cespuglio di rose. Ringraziando del fatto che ci sia ancora qualcuno che “si batte per la verità, a prescindere dall’esito di questa battaglia”, in riferimento alla dichiarazione della propria innocenza, Rosa si sta costruendo una nuova vita. Nel carcere di Bollate ha iniziato a lavorare in una attività “strutturata in una cooperativa sociale”, insieme ad altre 3 donne. Dalle sue parole, riporta Libero, si legge una donna che ha ritrovato un proprio equilibrio, intenzionata a costruire e realizzare qualcosa che abbia valore. Anche se dentro le mura di un carcere.