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Terremoto nell'Adriatico: per l'Ingv in arrivo nuove scosse

Terremoto nell'Adriatico, l'Ingv: «Nuove scosse in arrivo»

Questa mattina una scossa di terremoto è stata registrata in Puglia, secondo l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia possibili nuove scosse

Questa mattina, un terremoto di magnitudo 4.7 ha fatto sentire la sua scossa lungo la costa adriatica, da Bari a Brindisi. Il sisma è stato localizzato dalla Sala Sismica dell’INGV-Roma, precisamente nella zona del Mare Adriatico Meridionale, con coordinate geografiche di latitudine 41.9120 e longitudine 17.5940, a una profondità di 18 chilometri.

Terremoto nell’Adriatico, c’è da preoccuparsi?

Tuttavia, nonostante l’intensità del terremoto, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), guidato dal presidente Carlo Doglioni, ha tranquillizzato la popolazione, sottolineando che si tratta di un evento sismico lieve, all’interno del normale andamento naturale, e che non dovrebbe provocare scosse di assestamento rilevanti. Tali fenomeni sono comuni nel nostro Paese e non rappresentano una minaccia significativa.

Terremoto Adriatico, possibili scosse di assestamento

Dopo il terremoto avvenuto questa mattina, potrebbero verificarsi nuove scosse di assestamento, comunemente note come “aftershock“. Questi eventi sismici sono di solito di magnitudo inferiore rispetto al terremoto principale. Il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni, ha sottolineato che con un terremoto di magnitudo 4.7, ci si aspetta che le scosse di assestamento siano di magnitudo inferiore.

Possibile rischio tsunami?

Malgrado qualche preoccupazione sui social media, Doglioni rassicura che il rischio di tsunami è basso, poiché il sisma si è verificato a una profondità di 18 chilometri sotto il livello del mare.

Secondo l’esperto, un terremoto a questa profondità non ha la forza necessaria per generare tsunami di grandi dimensioni, poiché non è in grado di provocare fratture significative nel fondo marino. Al massimo, potrebbe causare onde di pochi centimetri, non considerate una minaccia.

Nonostante possano suscitare preoccupazione, è importante ricordare che questi eventi rientrano nella normale attività geologica e che l’Italia dispone delle risorse e delle competenze necessarie per affrontarli in modo adeguato.