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Trattative Ilva: azienda propone 10.100 assunti subito

Ilva, proseguono le trattative. Foto di Lillo Oceano

Di Maio si dice fiducioso, ma i rappresentanti dei sindacati avvertono: "Siamo lontanissimi da un accordo".

Proseguono le trattative al Ministero dello Sviluppo Economico per l’acquisto dell’Ilva di Taranto da parte dell’azienda ArcelorMittal. L’incontro tra i sindacati e i rappresentanti dell’azienda è stato indetto dal ministro Luigi Di Maio in seguito alla proclamazione dello sciopero del personale metalmeccanico previsto per l’11 settembre. Il ministro ha posto come limite massimo al raggiungimento di un accordo venerdì 7 settembre, data in cui scadrà la validità della gara d’appalto per l’acquisto della società. Il 15 settembre terminerà invece il periodo di amministrazione straordinaria.

Ilva, le trattative

Al termine dell’incontro del 5 settembre, sul tavolo del Mise è stato depositata una proposta non definitiva. Ma secondo alcune indiscrezioni l’accordo potrebbe essere concluso entro il pomeriggio del 6 settembre. I sindacati hanno chiesto all’azienda di assumere da 10.700 a 10.800 lavoratori. L’ArcelorMittal ha avanzato una controproposta: 10.300 nuovi dipendenti. Tra questi, 10.100 verranno assunti subito e i restanti 200 entro il 2021. Una cifra superiore rispetto alla proposta iniziale di 10.000 assunzioni, ma che non copre i 13.522 attuali dipendenti. L’azienda si è impegnata ad avanzare una proposta di assunzione per gli esuberi “non prima del 23 agosto 2023”.

Le critiche dei sindacati

Nonostante le parole di fiducia pronunciate da Di Maio ai microfoni di Radio Radicale prima dell’incontro, i rappresentanti dei sindacati hanno assicurato che la strada verso un accordo vantaggioso per i lavoratori è ancora lunga. Francesca Re David, segretaria generale di Fiom-Cgil, ha commentato: “Allo stato attuale siamo lontanissimi da un accordo. Continuiamo a chiedere che non ci siano esuberi, che ci sia piena occupazione e pieno riconoscimento dei diritti salariali”. Il suo omologo alla Flm-Cisl, Marco Bentivogli, concorda nell’affermare che “le distanze sono ancora molto rilevanti, ma andiamo avanti” purché “il governo confermi i 250 milioni di euro per gli incentivi volontari all’esodo”. Rocco Palombella, leader della Uilm, ha dichiarato che l’accordo proposto “non va bene perché riproduce fedelmente quello che ci hanno già detto in questi mesi”, a eccezione del fatto “che da 10.000 passerebbero a 10.300 le persone da assumere”.