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Trump, l'attentatore tenta il suicidio in aula dopo la condanna: le sue condizioni

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Trump, attentatore condannato: fermato il gesto estremo in tribunale. La ricostruzione del caso.

L’episodio scuote ancora una volta l’opinione pubblica americana. L’attentatore ritenuto responsabile dell’aggressione a Donald Trump al golf club in Florida ha tentato di togliersi la vita in tribunale subito dopo la condanna. Testimoni presenti nell’aula hanno descritto momenti di grande tensione, con il personale giudiziario e le forze dell’ordine che sono intervenuti tempestivamente per evitare la tragedia.

L’attentato al golf club di Trump

A settembre 2024, Ryan Routh, 59 anni, ha tentato di colpire Donald Trump presso il Trump National Golf Club di West Palm Beach, in Florida. Secondo le indagini, l’uomo aveva predisposto un vero e proprio “nido da cecchino” vicino al sesto green, con un fucile semiautomatico simile a un AK-47 dotato di mirino, pronto a sparare a una distanza stimata tra i 350 e i 500 metri. Gli agenti dei Servizi Segreti, durante un controllo preventivo, notarono la canna dell’arma spuntare tra i cespugli, impedendo l’attacco. Testimoni presenti sul posto riuscirono a fotografare la targa del veicolo usato da Routh per allontanarsi, fornendo un elemento chiave per l’arresto avvenuto poco dopo.

L’inchiesta ha evidenziato settimane di preparativi, tra sorveglianza della zona, acquisto di armi e pianificazione di possibili vie di fuga, inclusa l’ipotesi di lasciare il paese.

Trump, attentatore condannato tenta il gesto estremo in aula: come sta

Routh è stato riconosciuto colpevole di tutti i capi d’accusa nel processo federale a Miami, che includeva tentato omicidio di un candidato presidenziale, aggressione a un agente federale, possesso illecito di armi e munizioni, e possesso di un’arma con matricola abrasa. La giuria ha impiegato meno di tre ore per deliberare, mentre la sentenza definitiva, pronunciata dalla giudice Aileen Cannon, prevede il rischio di ergastolo per l’imputato.

Subito dopo la lettura del verdetto, Routh ha tentato di pugnalarsi al collo con una penna, ma è stato prontamente bloccato dagli agenti, immobilizzato e portato fuori dall’aula. La figlia dell’uomo, Sarah, ha espresso il proprio sostegno in lacrime prima di essere accompagnata all’uscita.

“Sono molto grato alla giustizia e per il modo in cui la vicenda è stata gestita. Non possiamo permettere che accadano cose del genere e non soltanto a un presidente. Giustizia è stata fatta, vedremo cosa succederà”, ha concluso il presidente americano.