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Ucraina, Russia in default sul debito estero: bombardamento su Odessa

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Per la prima volta dal 1918, la Russia è in default sul debito estero: una condizione verificatasi a causa delle sanzioni imposte al Cremlino.

Mentre la Russia continua la sua offensiva in Ucraina, è andata in default sul debito in valuta estera: a causa delle sanzioni e della chiusura dei canali di trasferimento da parte dei creditori, i debitori non sono infatti riusciti a pagare i loro debiti.

Bombardamento su Odessa

Le autorità locali hanno accusato la Russia di aver lanciato un attacco missilistico nella regione ucraina sudoccidentale di Odessa utilizzando bombardieri Tu-22M. Il consiglio comunale della città ha riferito che almeno sei persone, tra cui un bambino, sono rimaste ferite. “Diverse abitazioni e altri edifici sono stati distrutti e hanno preso fuoco, in un’area di circa 500 metri quadrati“, si legge in un comunicato.

Onu: “Guerra può trasformare Ucraina in centro di produzione di anfetamine”

L’Onu ha avvertito che una guerra prolungata in Ucraina potrebbe creare le condizioni per trasformare il Paese in un centro di produzione di anfetamine. “Lo abbiamo constatato in altri conflitti”, ha dichiarato all’agenzia Efe Angela Me, coordinatrice Onu dell’Ufficio contro le droghe e il crimine. Le situazioni belliche, come è accaduto in Siria e Birmania, favoriscono infatti il traffico di droghe sintetiche che si possono produrre in qualsiasi località.

Il numero di laboratori di anfetamine che sono stati smantellati in Ucraina è già passato da 17 del 2019 a 79 del 2020, ha ricordato Me. Il rapporto Onu ha indicato che sin da prima dell’invasione russa a febbraio scorso, in Ucraina si era registrato un aumento del traffico di eroina e della produzione di anfetamine.

Russia in default sul debito estero

La Russia è andata in default sul suo debito in valuta estera per la prima volta dal 1918. Una condizione scattata alla scadenza del periodo di grazia sui circa 100 milioni di dollari di obbligazioni non pagate, bloccate a causa delle sanzioni ad ampio raggio adottate ai danni del Cremlino in risposta all’invasione dell’Ucraina. L’evento ha in realtà valenza più che altro simbolica: la Russia è infatti un Paese economicamente, finanziariamente e politicamente già emarginato per gran parte dell’Occidente.

Il fallimento sarebbe inoltre dovuto non alla mancanza di denaro da parte del debitore ma alla chiusura dei canali di trasferimento da parte dei creditori. Mosca aveva già sfiorato la stessa probabilità nei primi mesi di quest’anno, ma aveva gestito la situazione modificando i metodi di pagamento. A maggio, il Tesoro americano non ha però rinnovato la licenza che esentava gli investitori americani dalle sanzioni: da quel momento per i russi è diventato impossibile pagare il debito in dollari o nelle valute citate nei prospetti delle emissioni.