Il governo ungherese ha ufficialmente approvato un decreto secondo cui, dal 15 settembre, il personale sanitario addetto alle interruzioni di gravidanza sarà obbligato a far sentire alle pazienti in procinto di abortire, il battito del cuore del feto. In senso più generale, mostrare loro i segni delle funzioni vitali, così da consapevolizzarle.
Ungheria, le donne dovranno ascoltare il battito del feto prima di abortire: il documento
Le donne, per poter avere l’opportunità di abortire interrompendo la gravidanza, dovranno avere accesso ad un documento prodotto dal team ospedaliero a cui si sono rivolte. In questo, verranno resi evidenti i parametri vitali del feto.
In Ungheria l’aborto è legale dal 1953 e, da allora, le leggi che ne regolano l’accesso sono rimaste più o meno invariate. Per Amnesty International, però, il nuovo decreto viene definito come “un preoccupante passo indietro”.
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La posizione di Dora Duro sui social
Dora Duro, parlamentare di estrema destra, ha espresso la sua solidarietà al decreto ungherese. Sui social ha commentato: “Servirà a fare informazione sull’impatto dell’atto che si sta compiendo: molte persone credono che un feto sia soltanto un grumo di cellule”.
In Ungheria, il governo populista attuale di destra è guidato da Viktor Orbán, che guida il Paese in maniera semi-autoritaria dal 2010. Di recente, l’argomento del calo del tasso di natalità è diventato tra i più discussi per il governo che, in ultima analisi, insiste molto sul valore della “famiglia tradizionale”.
Nel 2019, infatti, era stata anche introdotta una legge che esentava le donne – con più di quattro figli a carico – dal pagamento di qualsiasi imposta.