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Variante Delta, Nino Cartabellotta Fondazione Gimbe: "Servono misure tempestive per evitare che si diffonda"

Gimbe

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha commentato il monitoraggio settimanale e ha esaminato i rischi associati alla variante Delta.

Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha commentato il tradizionale monitoraggio settimanale diffuso dall’organizzazione sull’andamento della pandemia da coronavirus. Cartabellotta si è detto preoccupato per la diffusione della variante Delta, che negli ultimi giorni è stata individuata in diverse regioni.

Variante Delta, Fondazione Gimbe: pandemia in Italia

In Italia, i casi di positività al SARS-CoV-2 continuano a diminuire al pari della pressione esercitata sugli ospedali: simili risultati sono stati raggiunti grazie all’importante campagna vaccinale promossa dal Paese nei confronti dei cittadini fragili e anziani, adeguatamente protetti contro il virus.

In questo contesto, tuttavia, è stato osservato un trend negativo per quanto riguarda le forniture di dosi di vaccino nel secondo semestre e un complessivo rallentamento rispetto al procedere della campagna vaccinale.

Al momento, infatti, nei frigoriferi italiani sono rimaste circa 3 milioni di dosi e sono stati segnalati circa 2,5 milioni di over 60 che non possiedono ancora nessun tipo di copertura vaccinale, risultando estremamente esposti al rischio di contrarre il Covid.

Intanto, in Italia come all’estero, la preoccupazione relativa alla diffusione della variante Delta aumenta in modo costante.

Tutti gli elementi elencati sono stati esaminati nell’ultimo monitoraggio settimanale, relativo al periodo compreso tra mercoledì 16 e martedì 22 giugno, dalla Fondazione Gimbe.

Variante Delta, Fondazione Gimbe: trend in discesa

Sulla base dei dati riportati nel monitoraggio settimanale 16-22 giugno della Fondazione Gimbe, è stata riconfermata la diminuzione dei contagi, dei decessi e dei ricoveri causati dal coronavirus in Italia.

In particolare, i decessi sono stati 221 (-46,2%), i ricoveri in terapia intensiva sono scesi di 142 unità (-28,2%), i pazienti ricoverati con sintomi sono calati di 1.044 unità (-31,3%) al pari dei cittadini in isolamento domiciliarediminuiti di 31.756 unità (-31,1%). I nuovi casi di contagio, invece, sono stati 7.262 (-36,5%) mentre i soggetti attualmente positivi si sono ridotti di 32.942 unità (-31,1%).

A questo proposito, il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha commentato i dati nel seguente modo: “Da 14 settimane consecutive si registra una discesa dei nuovi casi settimanali. Se la costante riduzione del rapporto positivi/casi testati conferma una ridotta circolazione del virus, la progressiva diminuzione dell’attività di testing sottostima il numero dei nuovi casi e documenta l’insufficiente tracciamento dei contatti, cruciale in questa fase della pandemia”.

Variante Delta, Fondazione Gimbe: gli ospedali

In relazione al calo dei nuovi positivi registrato nelle Regioni, Gimbe ribadisce il trend in discesa emerso nelle ultime settimane nonostante un lieve incremento percentuale manifestato dal Molise e dalla Liguria che, tuttavia, è stato considerato irrilevante dall’organizzazione.

Una simile circostanza, come sottolinea la responsabile di ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe, Renata Gili, modifica in modo considerevole la situazione presente negli ospedali italiani: “La costante riduzione dei pazienti ospedalizzati ha portato l’occupazione dei posti letto da parte dei pazienti Covid al 4% sia in area medica che in terapia intensiva, con tutte le Regioni che registrano valori inferiori al 10% e 4 Regioni senza pazienti Covid ricoverati in area critica”.

Dallo scorso 6 aprile, infatti, i posti letto occupati dai soggetti positivi al SARS-CoV-2 in terapia intensiva si sono abbattuti del 90,3% mentre gli altri posti letto riservati ai pazienti Covid sono crollati del 92,2%.

Il direttore operativo della Fondazione Gimbe, Marco Mosti, inoltre, ha aggiunto: “Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva risultano in calo da 3 mesi e la media mobile a 7 giorni è di 11 ingressi/die”.

I positivi in isolamento domiciliari, infine, se confrontati con il picco registrato lo scorso 28 marzo, sono diminuiti dell’87%.

Variante Delta, Fondazione Gimbe: circolazione della mutazione

Il monitoraggio della fondazione Gimbe considera anche il documento recentemente redatto dall’ECDC sulla diffusione della variante Delta, considerata particolarmente pericolosa.

Secondo Cartabellotta, “al momento non sussistono dati affidabili sulla presenza della variante Delta in Italia” e le “ragionevoli certezza a riguardo” sono principalmente tre: “Innanzitutto il numero di sequenziamenti effettuati è modesto e notevolmente eterogeneo a livello regionale; in secondo luogo, il contact tracing non è stato adeguatamente ripreso, nonostante i numeri del contagio lo permettano; infine, preoccupa il confronto con quanto sta accadendo nel Regno Unito nonostante sia più avanti sul fronte delle coperture vaccinali: in Italia infatti poco più di 1 persona su 4 ha una copertura adeguata, avendo completato il ciclo vaccinale (27,6% rispetto al 46% del Regno Unito), mentre il 26,5% della popolazione ha ricevuto solo una dose (rispetto al 17% del Regno Unito) e il 46% è totalmente privo di copertura (rispetto al 37% del Regno Unito), percentuali preoccupanti considerando la minore efficacia di una sola dose di vaccino nei confronti di questa variante”.

Variante Delta, Fondazione Gimbe: campagna vaccinale

Rispetto ai rallentamenti della campagna vaccinale italiana, la Fondazione Gimbe ha sottolineato che, al 23 giugno, la popolazione vaccinata almeno con la prima dose è pari al 54% mentre il 27,6% dei cittadini ha completato il ciclo vaccinale.

Nel caso degli over 60, seppur con differenze regionali, la prima dose di vaccino è stata inoculata all’86% dei cittadini ma sono ancora 2,5 milioni gli over 60 non vaccinati.

Il medico Cartabellotta, quindi, ha concluso spiegando: “Se al momento attuale tutti i dati dimostrano una bassa circolazione del virus e ed un impatto ospedaliero ormai minimo, non è accettabile una gestione ‘attendista’ della variante Delta, contro la quale occorre attuare tempestivamente le misure raccomandate dall’Ecdc: potenziare sequenziamento e contact tracing, attuare strategie di screening per chi arriva dall’estero, accelerare la somministrazione della seconda dose negli over 60 e nei fragili, commisurando l’intensità delle misure non farmacologiche di contenimento del contagio alla loro copertura completa”.