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Viadotto Morandi: il racconto del portiere Davide Capello

Davide Capello

Tra le macerie del viadotto Morandi è uscito miracolosamente illeso il calciatore Davide Capello. Il suo racconto.

L’ex giocatore Davide Capello è sopravvissuto in maniera, si può dire, miracolosa al disastro del viadotto Morandi. Il calciatore è uscito sano e salvo dalla sua macchina dopo che la vettura era stata ridotta in macerie a causa del crollo. Capello era in viaggio sull’autostrada in direzione del confine francese. Il giocatore ha raccontato quei momenti di panico.

Un’apocalisse

Mentre le autorità continuano ad aggiornare il conto delle vittime in seguito al tragico crollo del viadotto di Genova, si parla anche dei sopravvissuti, con numerose testimonianze a fare il giro dei social nelle ore di apprensione che sono seguite al disastro del 14 agosto. Una di queste testimonianze arriva da Davide Capello, ex giocatore del Cagliari. Capello, 33 anni, ha definito quei momenti come “un’apocalisse“: “Stavo attraversando Genova proprio in quegli istanti. Ho sentito prima un rumore poi all’improvviso tutto è crollato come farina. La mia auto è caduta dall’altezza di trenta metri ed è rimasta incastrata tra le macerie. Qualche anima buona mi ha aiutato ad uscire da quell’inferno”. Capello ha dichiarato di essere ancora scioccato e di non aver capito all’inizio quello che era successo. Ha poi aggiunto: ” È stato un vero miracolo uscirne vivo. Non ho neppure un graffio“.

Gli altri calciatori su quel ponte

Quella di Capello non è stata l’unica testimonianza provenuta da un calciatore. Il difensore della Nazionale, Domenico Criscito, si trovava anche lui nella zona della tragedia. Criscito era transitato sul viadotto con la famiglia poco prima del disastro. Aveva anche postato un video su Instagram per condividere le piogge torrenziali che si stavano riversando in quei minuti sul capoluogo ligure. Poco dopo la catastrofe ha poi scritto: “Stiamo tutti bene, anche se eravamo passati su quel ponte giusto 10 minuti prima”. Criscito in seguito ha poi raccontato come il ponte fosse un simbolo con cui ogni genovese aveva un legame affettivo. In un’intervista televisiva ha dichiarato: “Io come capitano del Genoa, con tutti i compagni, siamo vicini ai familiari delle vittime. Ora ci stiamo allenando, ma dentro di noi c’è dolore. Ne abbiamo già parlato, sicuramente faremo qualcosa perché Genova è una città bellissima. I genovesi sono forti e ora tutti insieme bisogna ripartire.”

Non è andata ugualmente bene, invece, ad un altro calciatore rimasto coinvolto nell’incidente. Si tratta di Andrea Cerulli, un calciatore non professionista di 48 anni del Genoa Club Portuali Coltri. A comunicarne il decesso è stata la stessa società, che ha rivolto un messaggio di cordoglio alla famiglia.