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Covid, Parruti: saliva bambini se campionata bene è test migliore

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Roma, 11 set. (askanews) - Con la riaperture delle scuole aumentano i timori di nuovi contagi. Molte le perplessità tra docenti, dirigenti scolastici, pediatri e famiglie sulla gestione dei casi e sui test in caso di sospetti. Tamponi, frequenti, soprattutto per i bambini più piccoli spesso raff...

Roma, 11 set. (askanews) – Con la riaperture delle scuole aumentano i timori di nuovi contagi. Molte le perplessità tra docenti, dirigenti scolastici, pediatri e famiglie sulla gestione dei casi e sui test in caso di sospetti. Tamponi, frequenti, soprattutto per i bambini più piccoli spesso raffreddati, appaiono una metodica complessa.

Meglio il test sulla saliva, spiega il Professor Giustino Parruti, direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive dell’ospedale di Pescara e componente della task force della Regione sull’emergenza coronavirus: “Occorre che i tamponi siano fatti con il miglior metodo possibile sul miglior campione possibile. La saliva dei bambini è relativamente facile da raccogliere, anche lo ‘sputino’ per dire può andar bene. Ci sono studi interessanti che dicono che se un bambino è portatore probabilmente lo può essere con cariche elevate e se raccogliamo con un cotton-fioc o speculum della saliva del bambino, fare il test più appropriato con estrazione che ha alta resa potrebbe essere migliore senza dover fare il campione nasale sui bambini; la saliva di fatto è una fonte preziosissima che può essere più che sufficiente se campionata in abbondanza e processata con una metodica molto sensibile”.