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Il meraviglioso Vercingetorige

Particolare della statua dedicata a Vercingetorige

Vercingetorige fu un uomo dall'intelligenza strategica e politica straordinaria. Scopri di più su di lui.

 

Sono diverse le figure particolari che hanno dominato la storia umana. Le fonti non sono sempre obbiettive ma sono in grado di trasmetterci nomi di uomini che fecero la differenza. Nell’antichità era solo uno l’impero che faceva tremare chiunque, ovvero quello romano. E il massimo splendore dell’Impero Romano venne raggiunto grazie a un grandissimo stratega: Giulio Cesare. Molti cercarono di ucciderlo, di spodestarlo, di fermare la sua inarrestabile ascesa al potere. Non considerando la congiura per la quale cadde alle Idi di Marzo del 44 a.C. sotto diverse coltellate, solo un uomo andò molto vicino a far inginocchiare il potente Cesare. Solo Vercingetorige.

Vercingetorige

Vercingetorige fu un principe e un condottiero gallo. Viene solitamente ricordato per essere stato uno dei primi condottieri a riuscire a far coalizzare diversi popoli galli contro un unico nemico. Infatti un altro dei motivi per cui il suo nome è passato alla storia è perché combatté contro uno dei principali strateghi della storia umana: Giulio Cesare.

Le notizie in relazione alla sua vita sono scarse e decisamente poco obiettive. Del resto esse vengono da storici romani come Strabone, Plutarco, Tito Livio e, principalmente, dai commentari dello stesso Cesare. Si comprende quindi che la maggior parte delle informazioni non sono oggettive, dal momento che non si era interessati a dare di un nemico straniero un ritratto favorevole. Grazie ad alcuni reperti è però possibile ricostruire, almeno in parte, la sua storia.

I primi anni di Vercingetorige

Vercingetorige nacque sicuramente in Alvernia, forse presso Gergovia, da uno dei capi principali del suo popolo, ovvero Celtillo. Non è possibile datare la sua nascita, ma dal momento che Cesare lo definisce “adulescens” (per i romani era un uomo con un’età inferiore ai 30 anni) nel 52 a.C. si pensa che possa essere nato intorno all’80 a.C.

Durante gli anni dell’adolescenza prestò probabilmente servizio nell’esercito romano e forse fu addirittura amico dello stesso Cesare. Quest’ultimo infatti lascia trasparire nel De bello gallico la sua ammirazione per l’uomo. La situazione cambiò con l’insorgere di una rivoluzione del popolo gallo nel 52 a.C.

Vercingetorige e la rivoluzione gallica

Nel 58 a.C. ebbe inizio la guerra di Cesare contro i Galli. Nelle pagine del De bello gallico questa viene giustificata agli occhi dei romani, che accusavano il condottiero di aver messo a ferro e a fuoco la regione solo per interessi personali, con lo sconfinamento del re dei Germani, Ariovisto. In seguito la reazione delle altre popolazioni di quei luoghi avrebbe richiamato l’attenzione di Cesare, che agì come agì. Oggi si sa che a queste motivazioni bisogna necessariamente aggiungere la volontà del romano di acquistare fama presso Roma.

Fu Cesare a istruire Vercingetorige, in seguito alla morte del padre, ucciso dagli altri aristocratici arverni, sulle tecniche di battaglia romane. In cambio il capo arverno gli avrebbe spiegato la conformazione dei territori circostanti. La guerra gallica quindi procedette fino al 56 a.C., quando la popolazione iniziò a ribellarsi.

Nel 53 a.C. Cesare fu costretto a rientrare in Italia, richiamato dal Senato, e Vercingetorige cominciò ad agire. Durante quell’inverno riprese il potere presso il suo popolo e, sfruttando quella dialettica che aveva appreso presso galli e romani, riuscì a far insorgere gli alleati di Cesare contro i romani.

Dopo aver dovuto combattere contro lo zio Gobannizione, il quale lo aveva fatto esiliare vedendo in lui un avversario temibile, riuscì a radunare ancora più militanti e fu pronto ad aspettare Cesare con l’intenzione di prendere possesso dell’intera Gallia.

Vercingetorige contro Cesare

Era riuscito finalmente a radunare tutti gli uomini in grado di combattere per la loro causa comune. Il suo esercito era composto dai più disparati personaggi, da delinquenti anti-romani a diseredati in cerca di vendetta. Era un uomo carismatico e riuscì in breve tempo a infiammare tantissimi animi. Lo stesso Cesare ne parla nel De bello gallico.

Nella guerra contro il condottiero romano dimostrò la sua grande intelligenza tattica e politica. Conoscendo infatti le tattiche e la dipendenza dai luoghi di approvvigionamento dell’esercito romano riuscì a mettere in crisi il grande Cesare. Organizzò il proprio esercito alla maniera romana, che considerava superiore, e attuò una guerra di disturbo.

Vercingetorige commise un solo errore, ovvero rinunciare alla guerra di movimento preferendo asserragliarsi nella roccaforte di Alesia. Dopo mesi di assedio il giovane re fu costretto a consegnarsi ai nemici. Fu così che Cesare, alla fine, vinse. Vercingetorige, che avrebbe potuto mettersi in salvo fuggendo, si presentò al cospetto del vincitore e si lasciò catturare per salvare gli uomini che gli rimanevano. Vennero tutti fatti prigionieri e i restanti ribelli vennero sconfitti qualche mese dopo.

La fine di Vercingetorige

In seguito alla sua cattura venne messo in catene e fu costretto a seguire Cesare nei suoi viaggi per qualche anno come trofeo di guerra. Infatti era il modo che aveva il condottiero romano di vantarsi della sua infallibile tattica. Scordandosi, forse, che il giovane arverno era quasi riuscito a sconfiggerlo.

Il mito della clemenza di Cesare era, infatti, un semplice mito. Non poteva liberare Vercingetorige, né risparmiarlo. Era stato un avversario troppo temibile, troppo forte e orgoglioso. Nell’opinione comune romana si dava a lui la colpa dei massacri delle legioni romani in Gallia.

Nel momento in cui Cesare prese il potere, Vercingetorige venne ucciso. Probabilmente strangolato. Ma il suo nome non passò mai inosservato. Fu colui che riuscì quasi a sconfiggere l’esercito romano, che insorse per una causa che riteneva giusta.