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Poste Italiane: fissato il prezzo per azione, sarà di 6,75 euro

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Sarà di euro 6,75 per azione l'Ipo di Poste italiane perfettamente a metà della forchetta tra 6 e 7,5 euro. Lo ha reso noto il Ministero del Tesoro con un'apposita conferenza stampa che ha illustrato come avverrà l'allocamento sul mercato azionario del titolo delle Poste Italiane, che il 27 ottob...

Sarà di euro 6,75 per azione l’Ipo di Poste italiane perfettamente a metà della forchetta tra 6 e 7,5 euro. Lo ha reso noto il Ministero del Tesoro con un’apposita conferenza stampa che ha illustrato come avverrà l’allocamento sul mercato azionario del titolo delle Poste Italiane, che il 27 ottobre esordirà in Borsa.

Ammontano alla considerevole cifra di 26.234 il numero totale dei dipendenti di Poste Italiane che hanno richiesto di potere sottoscrivere le azioni della azienda alla quale appartengono, mentre il totale dei richiedenti dell’offerta pubblica è di 303.536 sottoscrittori.

La quantità di azioni quotate in borsa corrisponderà al 34,7% del capitale sociale (38,2% in caso di integrale esercizio dell’opzione greenshoe).
Una capitalizzazione che porterà circa 8.816 milioni di euro mentre l’incasso che il Tesoro stima per le casse dell’ente Poste è di 3,4 miliardi di euro.

Ad elencare tutti i dati relative all’Ipo di Poste Italiane è stato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che nella conferenza stampa ha parlato di ‘un grande successo, con una domanda pari a 3,3 volte l’offerta globale‘ a conferma del fatto che ‘le privatizzazioni rimangono una parte importante dell’azione del governo, che continuerà nei prossimi mesi con il coinvolgimento di Enav e Fs’.

Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente di Poste Italiane Caio, che si è dichiarato soddisfatto del prezzo scaturito dall’equilibrio tra domanda e offerta: ‘Il prezzo lo fa il mercato, il mercato ha sempre ragione, siamo molto contenti, abbiamo fatto un bel lavoro, abbiamo portato l’Italia in giro per il mondo‘.

Polemico invece l’ex a.d di Poste Italiane, Corrado Passera, che ha giudicato ‘gravissimo’ il fatto di avere ‘svenduto’ il 34% del capitale di Poste Italiane per un prezzo inferiore al valore reale. ‘Cedere sul mercato – ha dichiarato Passera – il 40 per cento di Poste per 3-4 miliardi di euro significa svendere un bene strategico che svolge un servizio fondamentale per la vita di milioni di italiani’.