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Terremoto in Irpinia: 36 anni fa le terribili scosse

TERREMOTO IRPINIA

Domenica 23 novembre 1980, esattamente 36 anni fa, alle ore 19:34 si verificò il devastante terremoto in Irpinia, che colpì la zona centrale della Campania ma anche la Basilicata centro-settentrionale con effetti in tutta l’Italia centro –meridionale. La magnitudo fu di circa 6,9 (6,5 Scala R...

Domenica 23 novembre 1980, esattamente 36 anni fa, alle ore 19:34 si verificò il devastante terremoto in Irpinia, che colpì la zona centrale della Campania ma anche la Basilicata centro-settentrionale con effetti in tutta l’Italia centro –meridionale. La magnitudo fu di circa 6,9 (6,5 Scala Richter) e del X grado della Scala Mercalli con epicentro i paesi di Teora e Conza della Campania – in provincia di Avellino – e Castelnuovo di Conza (Salerno). I 90 secondi in cui la terra tremò, causarono 2.914 vittime, 8.848 feriti e circa 280.000 sfollati. Ingenti anche i danni edilizi nei comuni colpiti e negli alloggi.

La drammaticità del sisma non venne compresa subito: di “disastro” e “catastrofe” si cominciò a parlare dalla mattina successiva. L’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, che il 25 novembre aveva voluto recarsi sul luogo della tragedia, in un’edizione straordinaria del Tg 2 andata in onda il 26 novembre, denunciò senza mezzi termini il ritardo e la mancanza dei soccorsi per i terremotati: “Non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci. Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi”. Dunque venne immediatamente rimosso il prefetto di Avellino Attilio Lobefalo e presentò le dimissioni – che però furono respinte – il ministro dell’Interno Virginio Rognoni. Inoltre vi fu un’intensa mobilitazione di volontari, soprattutto durante la prima settimana dal terremoto: il loro operato venne successivamente celebrato con una cerimonia pubblica in Campidoglio, a Roma. Notevoli furono anche gli aiuti internazionali: provenivano da USA, Germania Ovest, Belgio, Francia, Austria, Jugoslavia, Svizzera e persino da Arabia Saudita, Algeria e Iraq.

Una legge del 7 aprile 1989 istituì una Commissione parlamentare d’inchiesta sul disastro, il cui presidente fu il defunto ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Le indagini, che negli anni successivi sarebbero rientrate in Mani Pulite, coinvolsero pure importanti esponenti politici e portarono a diversi arresti.