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10 Volte Meglio, Andrea Dusi risponde al suo elettore

Andrea Dusi

"Non ci interessa una poltrona, non vogliamo alleanze con questa politica, non vogliamo vergognarci delle persone con cui condividiamo il viaggio"

Dopo il nostro editoriale “Lettera aperta a 10 Volte Meglio e la nuova politica“, articolo di commento ispirato alla lettera inviata da un elettore del partito di Andrea Dusi “Ho creduto a Dusi, ma lui ha creduto troppo (solo) in se stesso”, la risposta del leader non si è fatta attendere. Nei giorni in cui si pronosticano possibili alleanze tra il Movimento 5 Stelle e Partito Democratico scegliamo di dare la parola al capogruppo di un movimento che ha corso in solitaria per le elezioni del 4 marzo. Abituati alle dichiarazioni di Grillo “Alleanze? M5s ha un capo politico, decide lui” e di Michele Emiliano “Il Pd deve sostenere lo sforzo di governo del M5s” riguardo la possibile intesa al governo tra pentastellati e dem, raccogliamo e offriamo ai nostri lettori le parole di 10 Volte Meglio “Per noi sarebbe stato facile crescere esponenzialmente con i voti iniziando ad andare sui temi “di pancia”. Via gli immigrati! Lasciateci i sacchetti di plastica per la frutta! Flat tax per tutti! Reddito di cittadinanza oggi (non tra 15 anni, quando la discussione avrà un senso)!”

La risposta di Andrea Dusi

Ho creduto troppo a me stesso, come lascia presagire il titolo?
Si certo. Ma non “solo” a me stesso.
Ho creduto molto nelle persone che mi hanno accompagnato in questo viaggio, ho creduto molto nelle straordinarie donne e negli uomini che hanno deciso di candidarsi con 10 Volte Meglio, ho creduto molto in chi si è avvicinato e ha fatto il tifo, ho creduto molto nella strategia condivisa con i nostri consulenti. Ho creduto molto nell’idea di fondo: dedicarsi al Paese per creare un’Italia completamente diversa, senza slogan,ma con propositi reali, forti, per traghettare il Paese nel futuro.
Ci credo ancora, fortissimamente ci credo ancora. Fortissimamente.
E credo, come ho scritto ieri, che un voto di chi ha scelto noi non ha lo stesso peso specifico di chi ha scelto un partito tradizionale. Perché il voto di chi rischia, di chi traccia una nuova via, di chi vede per prima una nuova rotta, vale molto, molto di più.

Sappiamo bene che su Facebook e sulle chat di whatsapp ci sono quelli che più volte ho definito i“leoni da tastiera”: amiche e amici che però quando è il momento di materializzarsi non esistono.

Ma, vorrei ricordare, tra le persone reali nelle piazze, nei mercati, fuori dagli stadi, noi ci siamo stati. Ci siamo stati prima a raccogliere le firme (proprio quello che anche altri grandi partiti hanno voluto evitare: potevamo evitarlo anche noi ma ci siamo voluti misurare), e poi per parlare con le persone, far conoscere chi siamo, i nostri valori, i nostri progetti.

E le quasi 38 mila persone che ci hanno votato, lo 0,11% su scala nazionale ma lo 0,25% come media delle zone geografiche dove siamo stati presenti, hanno votato questo. Hanno votato non con la pancia, ma con la testa. Ed è una soddisfazione.

Vedete, noi le ricerche di mercato le abbiamo fatte. E per noi sarebbe stato facile crescere esponenzialmente con i voti iniziando ad andare sui temi “di pancia”. Via gli immigrati! Lasciateci i sacchetti di plastica per la frutta! Flat tax per tutti! Reddito di cittadinanza oggi (non tra 15 anni, quando la discussione avrà un senso)!
Panem et circenses!
Ma vedete, è proprio perché non sono concentrato su di me o su di noi che non abbiamo scelto questa strada. Non ci interessa una poltrona (su questo, magari un giorno ti racconterò le tante offerte ricevute, l’ultima poche ore fa), non vogliamo alleanze con questa politica, non vogliamo vergognarci delle persone con cui condividiamo il viaggio. Si chiama coerenza, si chiama avere un’unica faccia. Si chiama non scegliere scorciatoie ma la via maestra.
Crediamo e vogliamo un nuovo approccio alla politica, ma se ci comportiamo come gli altri, siamo come gli altri.
E ci mettiamo sempre la faccia, rischiando anche il buon nome creato con la carriera che ci siamo costruiti.

Aggiungo che non ci siamo mai lamentati della scarsa visibilità, pur avendo tutte le ragioni per farlo (l’Osservatorio dell’Università di Pavia è molto esplicito su questo). Ci sono stati al massimo un paio di post quando anche Facebook ha preferito omettere la nostra presenza e abbiamo insistito, questo è vero.

Ma non abbiamo mai chiesto niente. Anche voi di Notizie.it lo potete confermare: pur conoscendoci da anni mai con alcuni dei vostri azionisti di riferimento, mai, mai, vi ho chiesto un mezzo articolo, una mezza frase. Avete fatto un video e la copertura per il nostro evento di lancio dell’8 novembre (grazie!) ma poi in oltre due mesi di campagna elettorale un articolo. E non vi ho chiesto niente, e mai lo chiederò.

Questione di stile, questione di approcci, questione di scelte.

Al nostro amico consiglio di dare il buon esempio: uscire dalla tastiera, entrare lui per primo nella vita reale, aprire un “circolo” di 10 Volte Meglio nel suo quartiere, partecipare attivamente (non con una mezza frase in una chat di Whatsapp J ). Questo è il modo in cui per tre mesi abbiamo provato a fare campagna elettorale.

Si poteva fare meglio? Ovvio, molto meglio. 10, 100, 1000 volte meglio. Ma abbiamo dato il massimo, mettendo assieme il meglio di quello che avevamo a disposizione.

E certo, pensavamo di riuscire ad avere un numero di voti più elevato. Ma questo è il nostro punto di partenza, la rotta è stata tracciata. Tra una settimana ripartiamo, con chi vorrà esserci.

Perché noi crediamo in questa Italia, crediamo negli italiani e crediamo nel ruolo di primo piano che questo Paese potrà giocare nel futuro al quale le sfide tecnologiche inevitabilmente ci metteranno di fronte.

La nuova politica

Dusi ha risposto schierandosi in prima linea e con la volontà di chiarire il suo messaggio politico. Ora dovremo attendere anche la risposta di questo governo. L’inizio di questa Terza Repubblica, sancito dalle parole di Luigi Di Maio durante la conferenza stampa M5S, è consegnato nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Alcuni gruppi politici sono determinati e annunciano che questo 4 marzo è stato solo un punto di partenza. Come nel caso di 10 Volte Meglio, altri partiti continueranno il loro percorso (si pronostica) fino alle europee 2019, quando quell’elettorato che oggi non possiede la rappresentanza al governo dovrà investire ancora una volta sul proprio diritto di voto, questa volta, per superare una soglia di sbarramento fissata al 4%.