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2 giugno, Sergio Mattarella: "Il Paese non è fermo"

2 giugno Mattarella

"Il Paese non è fermo", queste le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronunciate dal Cortile d'onore del Quirinale.

“Il Paese non è fermo. Affiora talvolta la tentazione di rinchiudersi nel presente, trascurando il futuro. Ma non può essere così”, queste le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenuto nel tardo pomeriggio al termine della giornata di questa Festa della Repubblica. Un discorso che ha spaziato su moltissimi temi in questo periodo quanto mai importanti. Dall’importanza del festeggiamento di questa ricorrenza fondamentale per la storia del Paese, passando per la citazione per l’immortale canzone di Francesco De Gregori “La Storia siamo noi”, alla questione dei migranti senza dimenticare la parità di genere e la morte delle persone sul posto di lavoro citando la giovanissima Luana D’Orazio deceduta qualche settimana fa.

2 giugno Mattarella, “Con la scelta repubblicana si apriva una storia di libertà”

“Con la scelta repubblicana, si apriva una storia di libertà, dopo il ventennio della dittatura fascista. Storia di democrazia. Storia di pace, dopo la tragedia, i lutti e le devastazioni della guerra e dell’occupazione nazista”, queste le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che nel tardo pomeriggio ha fatto il suo tradizionale discorso dal Quirinale in occasione della Festa della Repubblica. In particolare Mattarella ha messo in evidenza come proprio il voto di migliaia di italiani quel 2 giugno del 1946 si sono espressi in favore della Repubblica abbia cambiato per sempre la storia dell’Italia. Il capo dello Stato ha poi proseguito dichiarando: “Anche oggi siamo a un tornante del nostro cammino dopo le due grandi crisi globali, quella economico finanziaria e quella provocata dalla pandemia. Come lo fu allora, questo è tempo di costruire il futuro”.

2 giugno Mattarella, “Non fu un inizio facile, l’Italia era divisa”

Il capo dello Stato ha quindi proseguito parlando di come l’Italia non iniziò il suo percorso verso la Repubblica in modo facile parlando degli anni bui che l’italiani si sono trovati ad affrontare: “La nuova stagione era stata preparata negli anni più bui, dalle donne e dagli uomini che avevano avuto il coraggio di resistere e di lottare. E che avevano iniziato, nello stesso tempo, a pensare come dar forma all’Italia libera. Da dove ricominciare, per rimettere in piedi un Paese dilaniato, ferito, isolato agli occhi della comunità internazionale. Non fu un inizio facile, settantacinque anni fa. L’Italia era divisa: la Repubblica aveva prevalso per due milioni di voti, ma il risultato non era stato omogeneo e, in un Paese in ginocchio, c’era il rischio di una spaccatura tra il Mezzogiorno e il Settentrione”.

2 giugno Mattarella, “La Repubblica è la storia del lavoro”

Il Presidente della Repubblica ha parlato di come la storia dell’Italia sia passata attraverso la storia stessa del lavoro che lo stesso Mattarella definisce il “motore della trasformazione del nostro Paese” aggiungendo inoltre che “è la storia della Ricostruzione, delle fatiche, dei sacrifici, spesso delle sofferenze, di tanti che si trasferirono da sud a nord, dalle campagne alle città, animando uno straordinario periodo di sviluppo”. Ha quindi messo in evidenza come proprio la festa della Repubblica abbia gettato le basi per quelli che sono “il valore e il significato, pur fondamentale, degli ordinamenti. Parlo della vita delle donne e degli uomini di questo nostro Paese. Dei loro valori e dei loro sentimenti. Del loro impegno quotidiano. Della loro laboriosità. Del contributo, grande o piccolo, che ciascuno di loro ha dato a questi settantacinque anni di storia comune”.

2 giugno Mattarella, “La storia siamo noi” e “la democrazia salvata dal popolo”

Non è mancato un riferimento ad una delle più belle canzoni della musica italiana vale a dire “La storia siamo noi” cantata da Francesco De Gregori passando poi per gli anni bui del terrorismo e la difficile stagione a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 segnata dalla mafia. A tal proposito ha dichiarato: “La Repubblica è legalità. E mentre lo diciamo avvertiamo il dovere di fare memoria di chi ha pagato con la vita il proprio impegno contro le mafie. Quelli noti e quelli meno ricordati. Uomini dello Stato, semplici cittadini, esponenti politici, sacerdoti, giornalisti, che con il loro sacrificio hanno saputo dare speranza e coraggio a chi non si rassegna alla prepotenza criminale”.

Ha quindi aggiunto: “Nei cinquantacinque giorni dopo l’eccidio di via Fani e il rapimento di Aldo Moro la Repubblica visse il suo momento più difficile. La risposta degli apparati dello Stato per molti aspetti apparve incerta di fronte all’attacco terroristico. A salvare la democrazia in quel passaggio drammatico, stringendosi intorno alle istituzioni democratiche, fu prima di tutto la straordinaria mobilitazione popolare”. Non ultimo ha parlato di come la risposta del popolo sia stata fondamentale per la sconfitta del terrorismo: “Una risposta di popolo che spazzò via le ambiguità di chi teorizzava assurde e intollerabili equidistanze tra lo Stato e i terroristi. Il terrorismo è stato sconfitto e lo Stato ha prevalso con gli strumenti del diritto. Anche per questo possiamo dire: la Repubblica è libertà e democrazia”.

2 giugno Mattarella, “La Repubblica è umanità e difesa della Pace”

Ampio spazio è stato dedicato alla questione dei migranti. In particolare ha parlato del grande impegno profuso dalla Guardia Costiera e della Marina nel salvataggio delle persone in mare: “C’è un articolo, in particolare, della nostra Costituzione, quello sull’uguaglianza, che suggerisce una riflessione su quanto sia lungo, faticoso e contrastato il cammino per tradurre nella realtà un diritto pur solennemente sancito. Questo principio, vero pilastro della nostra Carta, ha rappresentato e continua a rappresentare una meta da conquistare. Con difficoltà, talvolta al prezzo di dure battaglie”.

2 giugno Mattarella, “Inaccettabile disparità tra uomo e donna”

Altro nodo centrale dell’intervento di Mattarella è stata la disparità tra uomo e donna, un tema nel 2021 ancora estremamente attuale. Secondo il capo dello Stato sono ancora troppe le ingiustizie e le diseguaglianze “ancora condizioni non sopportabili per la coscienza collettiva, come l’evasione fiscale o le morti sul lavoro. Il ricordo del sorriso di Luana D’Orazio impegni tutti al dovere di affrontare il tema della sicurezza dei lavoratori con determinazione e con rigore”.

Ha quindi proseguito parlando di come l’Italia abbia le carte in regola per farcela: “La Repubblica possiede valori e risorse per affrontare queste sfide a viso aperto Ha potenzialità straordinarie. L’ineguagliabile patrimonio di arte e cultura, che affonda le sue radici nel passato e che continua a esprimersi e a parlare al mondo grazie a interpreti e intelligenze ammirate ovunque. Ha creatività. Competenze. Capacità che ci rendono in tanti settori un Paese all’avanguardia”. Sul grande traguardo raggiunto da Samantha Cristoforetti ha dichiarato: “Ne sono esempio donne e uomini impegnati nella ricerca e nei settori dell’innovazione e delle tecnologie più avanzate. Un’altra donna italiana oggi ci rende orgogliosi: Samantha Cristoforetti, prima europea chiamata a comandare la stazione spaziale internazionale”.

2 giugno Mattarella, l’appello lanciato ai giovani

Non è mancato infine un appello ai cittadini italiani del domani, ovvero i giovani a cui toccherà scrivere le pagine lasciate ancora bianche della storia della Repubblica: “Ai ragazzi che oggi sono qui vorrei dire: la storia di questi settantacinque anni è stato il risultato, il mosaico di tante storie piccole e grandi, di protagonisti conosciuti e di testimonianze meno note. Tocca ora a voi scrivere la storia della Repubblica. Scegliete gli esempi, i volti, i modelli, le tante cose positive da custodire della nostra Italia”.