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Albania sospende la ratifica dell'accordo sui migranti

Albania sospende l'accordo sui migranti

Albania fa un passo indietro e sospende l'accordo sui migranti con l'Italia

La recente decisione della Corte Costituzionale dell’Albania di esaminare attentamente due ricorsi contro l’accordo sull’immigrazione stipulato con l’Italia ha gettato un’ombra di incertezza.

Un accordo che ha sollevato perplessità

Questo accordo, che mirava a regolare la gestione delle persone soccorse nel Mediterraneo, ha sollevato una serie di preoccupazioni e critiche fin dal suo annuncio. La presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, insieme al primo ministro albanese Edi Rama, aveva presentato con enfasi questo patto che prevedeva la creazione di due centri italiani per la gestione dei migranti nel territorio albanese. Tuttavia, questa mossa è stata contestata dai membri del Partito Democratico d’Albania che hanno avanzato l’idea che tale accordo violi la Costituzione albanese e le leggi internazionali.

Responsabilità e gestione

Gli aspetti controversi di questo accordo sono diversi. Innanzitutto, l’assegnazione della responsabilità della gestione interna dei centri alle autorità italiane e della sicurezza esterna ai centri alle autorità albanesi ha sollevato domande riguardo alla divisione delle competenze e alle implicazioni giuridiche di questa suddivisione. La procedura di “sbarco selettivo”, che escluderebbe minori, donne incinte e altre persone vulnerabili dal trasferimento in questi centri, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla conformità con le leggi internazionali sull’asilo e i diritti umani.

Forti dubbi sulla praticità

Le critiche non si limitano solo agli aspetti legali. Vi sono dubbi pratici sulla capacità di questi centri di affrontare l’ampiezza del flusso migratorio che interessa l’Italia. Anche nel caso in cui dovessero operare a pieno regime. L’accordo prevede una capacità massima di accoglienza che rappresenta solo una frazione dei migranti che effettivamente raggiungono le coste italiane. Questo solleva interrogativi sulla reale efficacia di un accordo che potrebbe risultare insufficiente per affrontare la situazione complessiva.

La decisione prevista per gennaio

La decisione della Corte Costituzionale attesa per il 18 gennaio sarà fondamentale nel determinare il destino di questo discusso accordo. Qualora la Corte dovesse concedere ragione ai ricorsi presentati, ciò potrebbe comportare il blocco o la revisione sostanziale dell’accordo stesso, con ripercussioni che potrebbero estendersi ben oltre i confini di Albania e Italia, influenzando il panorama migratorio europeo nel suo complesso.