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L'ex marito di Alessia Pifferi: "Quando stavamo insieme non era così"

Militari

L'ex marito di Alessia Pifferi rilascia una testimonianza sulla trentottenne accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia di diciotto mesi

Sulle tracce della verità. A inquadrare Alessia Pifferi si aggiunge la testimonianza dell’ex marito, vicino di casa della trentottenne residente a Milano che nel luglio 2022 ha lasciato morire di stenti la figlia di diciotto mesi. I due sono stati sposati per circa dodici anni, ma «da quando ci siamo separati non ho più rapporti con lei, non so più niente», dichiara l’uomo. Una cosa però sembra saperla: «Quando stavamo insieme era un’altra donna, non era così», aggiunge su un matrimonio finito da tempo.

L’ex matrimonio di Alessia Pifferi

Alessia aveva circa vent’anni quando ha giurato amore eterno al suo ormai ex marito: le nozze prima in municipio a Palermo e poi in chiesa a Milano, con il vestito prestato dalla sorella Viviana. Dopo, gli anni di convivenza nella periferia milanese di Ponte Lambro: «Ho vissuto solo con il mio ex marito. Per il resto ero sempre in casa con i miei genitori o da sola» aveva scritto in una lettera dal carcere di San Vittore, dov’è detenuta con l’accusa di omicidio volontario aggravato. «La nostra era una famiglia normale, abbiamo anche cercato di avere un figlio che non è mai arrivato. […] Ho sempre fatto sogni normali, che riguardano la vita di tutti i giorni o la casa», continuava.

L’opposizione all’accusa: tra negligenza e manipolazione

Se nulla di strano sembra emergere da quanto scritto da Alessia Pifferi, la stessa dovrà un’ulteriore dichiarazione all’esperto incaricato di redigere la perizia super partes richiesta dalla Corte d’Assise di Milano sulle condizioni psichiche della donna. Contro questa scelta si scagliano le parole del pm Francesco De Tommasi: «Non ci sto a essere preso in giro. Alessia Pifferi non ha alcun problema mentale, con la figlia è stata scellerata». E sempre dall’accusa la segnalazione di un «incontestabile effetto di manipolazione da parte delle psicologhe del carcere, che oggi rende difficile se non impossibile l’accertamento sulle capacità cognitive di Alessia Pifferi». Così, al momento, della verità nessuna traccia.