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Aviaria, primo caso nell’uomo da H5N5: sintomi e precauzioni

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H5N5 nell’uomo: primo caso negli Stati Uniti e misure di monitoraggio dell’influenza aviaria.

L’influenza aviaria, pur raramente trasmissibile all’uomo, resta sotto stretta sorveglianza per il rischio di nuovi contagi. Recenti focolai tra uccelli e bovini negli Stati Uniti evidenziano la necessità di monitorare varianti come l’H5N5, identificata per la prima volta in un paziente umano.

Allerta aviaria, confermato primo caso nell’uomo da H5N5: contesto epidemiologico

Gli Stati Uniti hanno registrato il primo caso umano noto di infezione da virus dell’influenza aviaria H5N5. Il paziente, un uomo anziano con patologie pregresse residente nella contea di Grays Harbor, nello Stato di Washington, è stato ricoverato ai primi di novembre in gravi condizioni in un ospedale della contea di King.

Come riportato dall’Adnkronos, secondo le autorità sanitarie, la diagnosi è stata confermata dai laboratori pubblici statali e rappresenta la prima identificazione del ceppo H5N5 in un essere umano, sebbene il virus fosse già noto in alcune popolazioni di uccelli in Nord America.

L’uomo gestiva un piccolo allevamento domestico di pollame, esposto al contatto con volatili selvatici, ritenuto il possibile veicolo di trasmissione. Le autorità sottolineano che, al momento, non vi sono evidenze di trasmissione tra esseri umani, né un aumento del rischio per la popolazione generale.

Il virologo Fabrizio Pregliasco ha commentato: “Il ceppo H5N5, già dal 2020, in diverse nazioni, si è visto in animali. Ma è la prima volta che lo vediamo nell’uomo. Tutto questo si aggiunge alla preoccupazione per la variante H5N1 che si sta diffondendo in modo ampio”.

Richard Webby, esperto dell’ospedale pediatrico St. Jude di Memphis, ha aggiunto: “Pensate a diverse marche di pneumatici. Fanno lo stesso lavoro, solo che ciascuno è più adatto a condizioni specifiche, che non comprendiamo del tutto”, sottolineando analogie comportamentali tra H5N5 e H5N1.

Allerta aviaria, confermato primo caso nell’uomo da H5N5: i sintomi della variante

Il caso di Washington interrompe un periodo di nove mesi senza infezioni umane da influenza aviaria negli Stati Uniti. Dal 2022 il ceppo H5N1 ha continuato a circolare tra uccelli selvatici e allevamenti avicoli, coinvolgendo più di 1,7 milioni di volatili in circa 70 allevamenti.

Le autorità sanitarie raccomandano misure di prevenzione chiare: evitare contatti con animali malati o uccelli morti, utilizzare guanti e protezioni durante la pulizia, disinfettare superfici con soluzioni a base di candeggina, smaltire carcasse in doppio sacco, evitare alimenti crudi o non pastorizzati e vaccinarsi contro l’influenza stagionale.

Pur trattandosi di un evento raro, il monitoraggio continuo di allevamenti e fauna selvatica rimane cruciale, soprattutto con l’avvicinarsi della stagione migratoria.