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Auto esplosa a Napoli: morto anche Fulvio Filace. Si indaga per duplice omicidio

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Auto ibrida esplosa a Napoli: ora sono due le vittime. La Procura indaga sui finanziamenti e le autorizzazioni del progetto Life-save

Si aggrava il bilancio di quello che appare un esperimento su auto ibrida finito nel dramma. L’auto ibrida esplosa in tangenziale a Napoli ha ucciso anche un giovane tirocinante, Fulvio Filace, ricoverato all’Ospedale Cardarelli con il 70% di ustioni sul proprio corpo. Intanto, gli inquirenti aggiornano il fascicolo d’inchiesta, per accertare eventuali reati di duplice omicidio e incendio colposo. I carabinieri del Ris dovranno far luce su tanti punti interrogativi.

Auto esplosa a Napoli: morto anche Fulvio

Dopo il decesso dell’ingegnere Maria Vittoria Prati (66 anni e ricercatrice del Cern), non ce l’ha fatta anche Fulvio Filace, 25 anni, tirocinante del Cnr e laureato in ingegneria meccanica. La sua vita era appesa a un filo nel reparto grandi ustioni del “Cardarelli” di Napoli.

Venerdì scorso Maria Vittoria e Fulvio erano a bordo della Volkswagen Polo ibrida. Il mezzo è esploso per ragioni ancora da chiarire. La donna è deceduta lunedì 26 giugno, dopo tre giorni di agonia, riportando ustioni nel 90% del corpo. Lo studente dell’Università Federico II è invece morto giovedì 29 giugno.

Il progetto Life-save era autorizzato?

Due inchieste, una interna al Cnr, l’altra aperta dalla Procura di Napoli, dovranno chiarire aspetti ancora oscuri della vicenda.

Intanto, cosa ha innescato la miccia? Le bombole del kit montato al Cnr e realizzato da eProInn, sistemate all’interno dell’auto esplosa, erano sicure?

Ma non è tutto. La lente degli investigatori potrebbe allargarsi anche sulle autorizzazioni e sui flussi di finanziamenti pubblici regionali ed europei arrivati nelle casse delle società titolari del progetto “Life-save”, che tradotto significa “salva vita”. Di sicuro l’esperimento non ha salvato la vita di Maria Vittoria e Fulvio.