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Bimbo di 7 anni ha dolori all'addome, il padre: "Prima visita ad aprile a 60 km da casa"

Il padre di un bambino milanese con forti dolore all'addome denuncia le attese della sanità pubblica

Le attese della sanità pubblica lombarda: infinite ed insostenibili

Il papà di un bambino di 7 anni ha denunciato l’inefficienza dell’istituzione sanitaria lombarda. Infatti Federico Ferri, di Milano, ha provato a prenotare un’ecografia all’addomme per il proprio figlio tramite l’ente assistenziale di previdenza sociale lombarda, non riuscendo però a trovare disponibilità prima del mese di Novembre 2023.

O meglio, ci è riuscito: tale esame gastroenterologico sarebbe disponibile ad Aprile 2023, a ben 60 chilometri da casa. Non solo: per effettuare la suddetta ecografia addominale, esame non urgente, il papà del bambino dovrebbe scendere a patti con la sanità pubblica lombarda.

Recarsi a Lodi e sottoporre il proprio figlio a tale esame solo dopo le 20.30 non vuol dire soltanto lasciare che questi non ingerisca nulla prima dell’esame, valido a stomaco vuoto, ma anche trovare un’eventuale sistemazione notturna per evitare il lungo viaggio di ritorno a tarda sera.

Le attese della sanità pubblica lombarda: infinite ed insostenibili

I tempi di attesa per prenotare un servizio tramite la sanità pubblica in Lombardia sfiorano i tre mesi oppure un anno. Federico Ferri ha raccontato la propria vicenda, che ha visto il figlio 7enne accusare forti dolori addominali ed a prenotare una visita medica presso la pediatra del bambino. Questa, valutando la situazione non urgente, gli ha prescritto un’ecografia addominale per capire a fondo le cause di tale malessere.

Ebbene, il padre non ha dissimulato la propria delusione quando è venuto a sapere che la prima disponibilità in un ospedale pubblico situato nella propria città di residenza, Milano, sarebbe fissata a Novembre. Altrimenti, ad Aprile, ma solo a 60 chilometri da casa e dopo le 20.30.

È plausibile che la sanità pubblica lombarda risulti insolvente fino a questo punto? Perchè il padre di un bambino che di fatto non è al massimo di forza ed energia previste per la sua età dovrebbe rivolgersi necessariamente ad enti privati per curare il proprio figlio? È possibile che nel 2023, dopo un caso di pandemia mondiale ed in un era altamente avanguardista per quanto riguarda il campo tecnologico – scientifico, si debba ancora parlare di malasanità?