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Cannabis per uso terapeutico: primo si della Camera

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L'Aula della Camera ha detto sì alla legge della coltivazione e somministrazione ad uso terapeutico della cannabis. Adesso il testo passa al Senato.

Oggi è un giorno un po’ storico. L’Aula della Camera ha detto alla proposta di legge sulla coltivazione e somministrazione della cannabis ad uso medico. I voti favorevoli sono stati ben 317, contro 40 contrari e 13 astenuti. Adesso toccherà al Senato, a cui verrà passato il testo. Come era prevedibile, i deputati di Forza Italia e della Lega hanno votato a sfavore della legge. Si è astenuta, invece, Direzione Italia.

Legge cannabis mutilata

Vittorio Ferraresi, al quale e’ affidata la dichiarazione di voto in Aula, aveva ammesso di sentire ‘amaro in bocca’ per il punto di caduta di un confronto, a paragone di come era invece partito. Ma aveva anche annunciato che il Movimento 5 stelle avrebbe votato comunque a favore del ddl sulla cannabis terapeutica. Questa, nella sua attuale formulazione, che non prevede la coltivazione da parte dei pazienti per il loro esclusivo uso personale. Questo, infatti, era l’oggetto di un emendamento presentato dai 5 Stelle e bocciato ieri dall’Aula. Dunque, si’ a un provvedimento che “seppur azzoppato va nella direzione – conclude Vittorio Ferraresi- di garantire i diritti dei malati, anche se non possiamo non rilevare che la falsita’ del Pd, ancora una volta, ha garantito l’impunita’ alle mafie, non i diritti dei cittadini”.

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Opposizione di FI

Ovviamente c’è chi dice no. Forza Italia si oppone aspramente al provvedimento sulla cannabis. L’impiego terapeutico della sostanza è già previsto dal 2015, e i rischi di questa nuova legge di sono di gran lunga superiori ai benefici che può dare. A parlare in Aula è Francesco Paolo Sisto, deputato di Forza Italia, che prosgue così: “Il primo (rischio), nonchè più pericoloso, è che si tratti di un grimaldello per aprire uno squarcio verso la legalizzazione“.

“Non avalleremo mai l’intossicazione dei giovani per via ordinamentale: ecco perchè la nostra contrarietà può dirsi di cautela , una precauzione indirizzata verso le nuove generazioni. D’altra parte, è stato evidente come la discussione in Aula, che avrebbe dovuto muoversi e incentrarsi sulla tutela del diritto alla salute, sia trascesa nel tentativo subdolo di alcune forze politiche di cambiare le carte e introdurre una formale legalizzazione della cannabis sulla scorta dell’uso medico certificato. In pratica, si è cercato di arrivare non già ad una depenalizzazione tecnica, ma alla ‘bonifica eticà di una sostanza stupefacente. Noi non ci stiamo”.

Farmaci

I farmaci a base di cannabis, prescritti dal medico per la terapia del dolore e impieghi autorizzati dal ministero della Salute, saranno a carico del Servizio sanitario nazionale. Se prescritti per altri impieghi rimangono quindi al di fuori del regime di rimborsabilità. Vale in ogni caso l’aliquota Iva ridotta al 5%. Il ddl prevede, inoltre, che la coltivazione della cannabis, la preparazione e la distribuzione alle farmacie vengano affidate allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Se necessario può essere autorizzata l’importazione e la coltivazione presso altri enti”, si legge nel provvedimento che stanzia risorse per un milione e 700mila euro.