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Carola Rackete, le prime parole dopo l'archiviazione: "La lotta è tutt'altro che finita"

Carola Rackete archiviazione

"La lotta è tutt'altro che finita", queste le prime parole del capitano di Sea Watch Carola Rackete dopo il verdetto dell'archiviazione.

“La lotta è tutt’altro che finita”, queste le parole della capitana tedesca della Sea Watch Carola Rackete che su Twitter ha postato un video dove ha commentato l’avvenuta archiviazione del processo di mercoledì 19 maggio. Il video è stato inoltre accompagnato da un post nel quale Rackete ha invitato a non cantare completamente vittoria e mettendo in evidenza come non sia ancora finita. Secondo la donna poter intervenire significa prima di tutto poter usare a pieno la cittadinanza europea e il livello di istruzione, indispensabili per combattere contro il razzismo e l’ignoranza.

Carola Rackete archiviazione, le prime parole

“La missione di salvataggio con Sea-Watch significava usare privilegi come i passaporti dell’UE o l’istruzione gratuita per essere solidali con le persone che lottano contro le strutture di potere razziste che mantengono l’ingiustizia“. Queste le primissime parole a caldo di Carola Rackete, la giovane capitana tedesca che il 29 giugno del 2019 forzò l’ingresso nel porto nel porto di Lampedusa trasportando 42 migranti a bordo.

Nonostante la felice notizia dell’archiviazione, secondo Carola Rackete “Questa lotta è tutt’altro che finita e dovremmo farne tutti parte”, mettendo quindi in evidenza come questo sia soltanto l’inizio e come la battaglia sia ancora lunga.

Carola Rackete archiviazione, le parole dei legali

Grande soddisfazione anche per gli avvocati di Carola Rackete vale a dire Alessandro Gamberini, Leonardo Marino e Salvatore Tesoriero. Quest’ultimo intervistato ad Adnkronos ha messo in evidenza come il significato politico e giuridico di questa vicenda fosse fondamentale: “Queste decisioni hanno un significato giuridico e politico importantissimo perché ristabiliscono la gerarchia dei valori in gioco prima viene la vita umana che deve essere salvata; nel processo, prima viene la libertà di chi ha adempiuto al proprio dovere, che quindi non può essere arrestato”.

Pertanto l’avvocato in questo senso ha proseguito dichiarando: “Con l’archiviazione dell’inchiesta il gip di Agrigento ha riconosciuto il dovere di salvare vite umane”,

Carola Rackete archiviazione, la giudice: “Ha adempiuto il dovere di soccorso in mare”

La giudice per le indagini preliminari Alessandra Vella nel motivare la sua decisione, ha precisato che la comandante ha fatto solamente il suo dovere, aggiungendo per di più come in modo evidente la motovedetta della guardia di finanza non fosse una mave da guerra.

Secondo la GIP dunque la GIP citata da Adnkronos ha “posto in essere le condotte contestate in presenza di scriminante dell’adempimento del dovere di soccorso in mare di profughi, come derivante, anche, dagli obblighi di diritto internazionale e consuetudinario più ampiamente ricostruiti con i provvedimenti sopra richiamati”.