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Caserta, fiction sui Casalesi: scoppia la polemica

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Caserta - Tra pochi giorni inizieranno le riprese per la Fiction sul famigerato clan dei Casalesi, prodotta dalla Taodue. In città e non solo, monta la polemica. Il timore è che la fiction possa far apparire come eroi, gente come Schiavone, Bidognetti, Iovine e Zagaria. Questo teme Valerio Taglion...

ZAGARIA Michele invecchiamento aggiornato a maggio 2010 4 672 458 resizeCaserta – Tra pochi giorni inizieranno le riprese per la Fiction sul famigerato clan dei Casalesi, prodotta dalla Taodue. In città e non solo, monta la polemica. Il timore è che la fiction possa far apparire come eroi, gente come Schiavone, Bidognetti, Iovine e Zagaria. Questo teme Valerio Taglione, rappresentante dell’ Associazione Libera di Caserta.

Un pregiudizio del genere sembra però prematuro, nessuno sa ancora nulla del copione e di come saranno narrati i fatti. Seguendo questa logica, avremmo dovuto avere gli stessi timori anche per Gomorra, prima dell’uscita del libro. Oltretutto la camorra in certe zone, in certi quartieri non diventa modello e sistema valoriale grazie ad un film, quest’ultimo, sempre ammesso che faccia un’apologia del fenomeno camorristico, al massimo rafforza un sistema valoriale distorto già introiettato dall’individuo quindi non è certo la causa scatenante. Sono altre le cause che danno linfa vitale alla camorra, come la sua radicalità sul territorio preesistente da anni, la mancanza d’istruzione, l’ignoranza e l’ambiente sociale in cui si cresce e ci si socializza. Sarebbe tutto troppo facile, tutto troppo bello, se bastasse non fare una fiction per sconfiggere la camorra, purtroppo così non è. Ci sono quartieri, o per meglio dire, ghetti, dove il camorrista è visto come un idolo, un eroe, un esempio, un uomo da rispettare e la camorra vista come unica strada percorribile ed è in quei quartieri che bisogna agire con politiche adeguate volte a tirare fuori da quell’inferno i ragazzini ed impedire che facciano la fine di Anthony Fontana Rosa o quella del rapinatore sedicenne ucciso a Qualiano sabato scorso, perchè la loro vita non è un film e quando sparano nessuno puo’ dire “buona la prima” oppure “rifacciamola”. Quando si spara non si torna indietro.

Vincenzo Borriello