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Caso bandiera nazista in caserma, il carabiniere: 'Non sapevo fosse simbolo neonazista'

caso bandiera nazista in caserma

Si difende il giovane carabiniere al centro del caso bandiera nazista in caserma, dicendosi ignaro del fatto che la bandiera sia in uso ai neonazisti.

Continuano le polemiche e le indagini sul caso bandiera nazista in caserma Baldissera, a Firenze. Il giovane carabiniere volontario (classe 1995) al centro del ciclone si difende dalle accuse lanciategli da un giornalista un paio di giorni fa. Si dice estraneo ai movimenti di estrema destra e non prova nessuna simpatia per loro. Prova a difendersi. Il giovane carabiniere studia Storia alla Università Sapienza di Roma e con il suo lavoro si paga la retta. Appassionato della storia del primo novecento, ha acquistato la bandiera che sta scatenando il putiferio mediatico. Infatti è una bandiera della Marina di Guerra Tedesca in uso nella Prima Guerra Mondiale. Appartenente al secondo Reich, durante il regno di Kaiser Guglielmo II.

Sicuro di questa cosa e della propria conoscenza storica, ha acquistato la bandiera. Un oggetto di un periodo storico per lui oggetto di studio. Non sapeva si trattasse di un simbolo attualmente in uso presso i gruppi neonazisti sparsi per l’Europa. Se lo avesse saputo non l’avrebbe certamente appesa. Chiede scusa per aver violato inconsapevolmente i regolamenti.

Caso bandiera nazista in caserma

Le scuse giungono al grande pubblico da parte del giovane carabiniere della caserma Baldissera di Firenze. Scuse che però da sole non bastano. Infatti il caso ha sollevato un grosso polverone. Nei giorni successivi a quando scoppiò questo caso, il ministro della Difesa Pinotti, ha chiesto al comandante in capo di fare chiarezza sulla vicenda. Infatti una doppia inchiesta è stata aperta sul caso bandiera nazista in caserma. Una di carattere legale e una di carattere disciplinare condotte dalla procura ordinaria e dalla procura militare. Inchieste nate dalla denuncia che investe l’Arma dei Carabinieri. Davanti alle contestazioni e alle richieste di chiarimenti da parte dei Superiori, il giovane ha negato di essere stato lui ad appendere la bandiera. Si è poi detto estraneo a quelle ideologie di estrema destra tanto in voga oggi.

Le scuse del giovane non bastano però a placare gli animi. In arrivo per lui infatti gravi sanzioni di carattere disciplinare. Se poi dall’inchiesta dovesse risultare effettivamente la violazione della Legge, il giovane potrebbe essere espulso dall’Arma dei Carabinieri e perdere l’opportunità di entrare in servizio permanente presso l’Arma.

Polemiche

Il caso che ha interessato la Caserma Baldissera di Firenze, sembra avere scosso parte dell’addormentata opinione pubblica italiana sui fenomeni neonazisti. Ancora è fresca la notizia del raid (“pacifico“) di Como da parte di un gruppo di naziskin. Un fenomeno, quello del neonazismo, che molto spesso viene sottovalutato dalle istituzioni e che pochi prendono in maniera seria come problema. Un problema presente in tutta Europa e che affonda le sue radici nell’insicurezza e nella paura di queste frange di giovani verso i cambiamenti epocali nati dai flussi migratori. Il neonazismo (fenomeno già da molti anni attivo sul suolo europeo) è un fenomeno sotterraneo e vivo. Uno spettro silenzioso ma presente costantemente, quasi ignorato e che ha prosperato facendo leva su paura, insoddisfazione e rabbia. Quasi unanime la condanna da parte del mondo politico italiano al fenomeno.