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Caso Durigon, ecco chi voterà la sfiducia al Sottosegretario della Lega

Il Sottosegretario leghista Claudio Durigon

Caso Durigon, ecco chi voterà la sfiducia al Sottosegretario dopo il suo ultimo scivolone pontino: dal M5S al Pd, passando per Leu e Sinistra Italiana

Continua a tenere banco il “Caso Durigon”, con una precisa mozione di sfiducia che potrebbe dare un “benservito” istituzionale al sottosegretario all’Economia in quota Carroccio, ecco una panoramica mainstream su chi la voterà. La sfiducia è il risultato diretto del polverone sollevato da Durigon in occasione di una sua recente visita in quel di Latina, in una terra che ha radicatissime radici di centro destra per ovvi motivi storici. Durigon, nel tentativo di lanciare un assist al candidato locale per le amministrative d’autunno, aveva “sparato” la proposta di togliere i nomi di Falcone e Borsellino da un noto parco pubblico cittadino e, invocando un ritorno a quelle radici, di (re)intitolarlo ad Arnaldo Mussolini, fratello di Benito. 

Caso Durigon, chi voterà la sfiducia dopo il precedente sulla GdF e sui 49 milioni

E Durigon era anche una sorta di “sorvegliato speciale” in quanto ad affermazioni di grana grossa, tanto che un recente scoop-inchiesta di Fanpage.it lo aveva colto a dire, a proposito della Guardia di Finanza e dell’indagine sui 49 milioni della Lega, che “quello che fa le indagini, il generale della Guardia di Finanza, l’abbiamo messo noi”. Insomma, il petto di Durigon adesso è un bersaglio su cui si addensano decine di puntini rossi. Il primo a “puntare” era stato Giuseppe Conte. L’ex premier e presidente dei Cinquestelle aveva bisogno di una nota muscolare per dare polpa alla sua leadership e Durigon glie ne aveva offerto ghiotta e sacrosanta occasione

Il Movimento Cinquestelle segue Conte e voterà la sfiducia dopo il Caso Durigon

Aveva detto tra l’altro Conte: “Trovo grave e sconcertante il proponimento del sottosegretario al Tesoro Durigon di cancellare l’intitolazione del parco di Latina a Falcone e Borsellino, con l’aggravante di volerlo restituire alla memoria del fratello di Mussolini. Durigon si batta pure per questo suo progetto ma dismettendo immediatamente l’incarico di sottosegretario di Stato, che richiede ben altri proponimenti”. E il fuoco alle polveri del M5S ha avuto bordate di ritorno, come quella della capogruppo in Commissione Affari Costituzionali alla Camera, Vittoria Baldino, che ha stigmatizzato i silenzi di Matteo Salvini: “Nel sottolineare l’imbarazzante silenzio della Lega in merito a tutta questa vicenda, ribadiamo la nostra posizione: Durigon non può far parte del Governo e auspichiamo quindi che anche gli altri gruppi politici seguano la linea del Movimento 5 Stelle, votando la nostra mozione di sfiducia”. 

Caso Durigon, chi voterà la sfiducia: da Palazzo Chigi al Nazareno

E il Governo di cui Durigon fa parte? Il titolare dell’Agricoltura Stefano Patuanelli non l’ha mandata a dire ma spera che il leghista si dimetta prima di essere dimissionato: “Credo che sia intollerabile ciò che ha detto il sottosegretario Durigon e credo che non sia compatibile con la sua permanenza al governo. Mi auguro non si arrivi alla mozione di sfiducia. Credo sarà necessario appunto un passo indietro di Durigon”. La mozione di sfiducia trova il Partito Democratico concorde in linea di principio ma speranzoso che non si arrivi ad una conta. Ecco cosa è arrivato da fonti Dem all’Adnkronos dopo la presa di posizione del segretario Enrico Letta: “Le affermazioni di Durigon sono incompatibili con la presenza al governo”. 

Letta e la sfiducia dopo il Caso Durigon. Il Pd la voterà ma attende, Leu a testa bassa

Letta aveva spiegato dal canto suo che le frasi di Durigon ”disconoscono i valori anti fascisti su cui si fonda la Repubbllica e offendono la memoria di due eroi come Falcone e Borsellino”. Sul voto di sfiducia “si vedrà alla ripresa dei lavori parlamentari”e Letta era stato categorico in etica e “speranzoso” in tecnica: “Chi parla di parco Mussolini semplicemente deve dimettersi“. Leu non ha remore di equilibrio e il senatore Francesco Laforgia men che mai: “Durigon (…) ha oltrepassato un limite invalicabile. Sono pronto a votare la mozione di sfiducia nei suoi confronti e penso che il Presidente Draghi debba prendere le distanze da un membro del suo Governo che pratica il revisionismo storico infangando i principi Costituzionali, l’antifascismo e due figure simbolo della lotta contro le mafie come Falcone e Borsellino. Non è ammissibile. Nessuna esigenza di mantenere gli equilibri politici su cui si fonda questo Governo può essere una giustificazione”. 

Da sinistra Italiana a Forza Italia, chi voterà la sfiducia a Durigon dopo il “Caso Latina”

Sulla stessa lunghezza d’onda Sinistra Italiana, che tramite il segretario Nicola Fratoianni accusa anche il premier Draghi di attendere che altri facciano il lavoro al posto suo: “Mentre continua il silenzio del presidente Draghi, silenzio che dura da alcuni mesi, vedo che, con le parole chiare di Letta e Conte, si estende sempre più l’arco di forze che chiede le dimissioni del sottosegretario Durigon dal governo”. E neanche nel centrodestra mancano voci che vedono nello scivolone di Durigon non solo un dovere etico di censura ma anche un’occasione per indebolire un alleato forse fattosi troppo ingombrante. Ha scritto Elio Vito, senatore di Forza Italia, su Twitter: “Voterò la mozione di sfiducia a Durigon presentata dal M5S. Perché l’antifascismo è un valore fondante la Repubblica e perché non possiamo pubblicare ogni anno foto di Falcone e Borsellino e poi restare indifferenti. Spero di non essere il solo in FI”.