Nella puntata di Quarto Grado andata in onda venerdì 20 gennaio sono stati puntati i fari sul caso di Martina Scialdone, la trentacinquenne morta dopo che l’ex Costantino Bonaiuti di 61 anni l’ha colpita con un’arma da fuoco. In studio è intervenuto il legale dell’uomo Fabio Taglialatela. Quest’ultimo ha spiegato che si sarebbe trattato di un tragico errore: “Se il mio assistito avesse voluto effettivamente uccidere Martina, lo avrebbe fatto molto tempo prima”, sono state le sue parole.
Quarto Grado, si parla del caso di Martina Scialdone: “L’arma era difettosa”
Il legale si è poi soffermato su come Bonaiuti avesse voluto suicidarsi e non uccidere l’ex fidanzata: “Voleva suicidarsi, immolarsi davanti a lei. Purtroppo, è stato vittima di un errato funzionamento dell’arma”. Ha poi aggiunto: “Tutte le armi che sono state sequestrate a casa del mio assistito sono armi da tiro sportivo, in quanto il mio assistito è un istruttore da tiro. Tutte le armi rinvenute erano inidonee all’uso che se ne voleva fare in quanto era da anni che giacevano nella sua abitazione”.
“Il colpo si è conficcato nella spalla destra di Martina”
Infine l’avvocato ha spiegato: “Stamattina presso l’istituto di medicina legale si è svolto l’esame autoptico di Martina a cui io ero presente. I fori di entrata e di uscita con un tentativo volontario omicidiario […] il mio medico legale, il nostro consulente di parte, asserisce con chiarezza che la ragazza è morta per embolia polmonare”.