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Caso Morisi, uno dei ragazzi rumeni: “Notte di sesso e droga, mi ha dato la Ghb”

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In relazione al caso Morisi, è intervenuto uno dei ragazzi rumeni che hanno trascorso una notte a base di “sesso e droga” con l’ex spin doctor della Lega.

Uno dei due romeni coinvolti nel caso Morisi è stato rintracciato e intervistato dal Corriere della Sera. In questo contesto, l’uomo ha rilasciato alcune dichiarazioni relative all’inchiesta per droga che ha travolto Luca Morisi, l’ex responsabile della comunicazione online della Lega e del suo leader, Matteo Salvini.

Caso Morisi, intervistato uno dei due ragazzi rumeni

In merito al cosiddetto “caso Morisi”, il Corriere della Sera è riuscito a rintracciare uno dei due rumeni connessi all’indagine per droga che riguarda anche il creatore della “Bestia” leghista, Luca Morisi. Nello specifico, si tratta di un ragazzo di 20 anni che risponde al nome di Petre e che, nel pomeriggio del 15 agosto 2021, decise di consegnare la droga di cui era in possesso ai carabinieri. In quella circostanza, il ragazzo dichiarò di aver recuperato la droga nell’abitazione di Morisi.

A questo proposito, secondo quanto riportato dal verbale, l’oggetto consegnato da Petre ai carabinieri viene descritto come “una bottiglia (da succo di frutta) quasi piena in vetro, del volume di 125 ml, che lui stesso asseriva essere della droga da stupro (Ghb)”.

Caso Morisi, uno dei ragazzi rumeni: “Notte di sesso e droga, mi ha dato la Ghb”

Nel corso dell’intervista condotta dal Corriere della Sera, il 20enne rumeno ha spigato di non trovarsi in Italia ma di essere tornato in Romania per sottoporsi ad alcune cure mediche. La salute del giovane, infatti, sarebbe stata seriamente compromessa dal consumo di droga.

Proprio affrontando il tema della droga, Petre ha ripercorso quanto avvenuto nella notte compresa il 13 e il 14 agosto 2021 presso l’abitazione veronese di Luca Morisi. Il ragazzo ha confermato di aver assunto “droga dello stupro” e cocaina.

Il 20enne, poi, ha ribadito che all’interno della casa ci fossero, insieme a lui, soltanto un suo amico e il creatore della “Bestia”. In questo modo, ha negato ogni allusione alla presunta presenza di un quarto uomo.

Caso Morisi, uno dei ragazzi rumeni: l’organizzazione dell’incontro

Il giovane Petre, inoltre, ha scelto di raccontare come è stato organizzato l’incontro a casa di Luca Morisi, spiegando: “Non ha contattato me ma l’altro ragazzo. Gli ha detto che voleva fare qualcosa con due persone e allora lui gli ha presentato me via chat attraverso conversazioni e messaggi”.

Il 20enne, quindi, allude a un “altro ragazzo” del quale non ha voluto rivelare l’identità ma che già conosceva in quanto “ha il profilo sul mio stesso sito di incontri”.

Dopo aver definito i dettagli dell’appuntamento con Morisi, Petre ha spiegato di aver trascorso con gli altri due uomini una “notte a base di sesso e droga”.

Sentendosi poi incalzato a rivelare la quantità di droga che si trovava all’interno dell’appartamento di Morisi, il ragazzo ha preferito non rivelare ulteriori informazioni, limitandosi a riferire: “Io posso solo dire che la droga non l’ho portata io. E delle droghe che ho visto lì dentro – dalla cocaina alla Ghb – ho detto tutto ai carabinieri. Ho raccontato tutto e ho mostrato io quella che avevo con me. Sono stato io a chiamarli.

Caso Morisi, uno dei ragazzi rumeni: la decisione di contattare i carabinieri

Per quanto riguarda i carabinieri, Petre ha smentito di essere stato trovato in possesso della droga durante un controllo di routine e ha ribadito: “Li ho chiamati io appena fuori da quella casa – e ha aggiunto –. Ero stravolto, stordito. Stavo malissimo. Volevo chiedere aiuto a loro per andare in aeroporto e partire. Appena siamo usciti dalla cascina di Morisi e appena mi sono un po’ ripreso ho visto delle persone. Ricordo una signora con un cane e un signore al quale ho detto: ti imploro, chiama la polizia per favore, ho bisogno di aiuto. Mi ha risposto: chi sei? Da dove sei apparso? E allora ho chiamato io”.

Il 20enne rumeno, poi, ha rivelato il modo in cui è entrato in possesso della bottiglia piena di droga: “È successo questo: quando sono uscito dalla casa ero strafatto. Chiamo i carabinieri, arrivano. Mentre gli sto raccontando che cosa è successo mi viene sete perché sto male e vado a prendere in macchina l’acqua che ho nello zaino. Ed è lì che vedo la bottiglietta e la consegno ai carabinieri, dico che cosa è e che viene dalla casa di Morisi. Quella roba era sua. Però io dalla casa sono uscito senza lo zaino, si vede nelle foto anche. Lo aveva preso l’altro ragazzo – e ha precisato –. Non so chi me l’ha messa nello zaino. Uno dei due che era a casa con me, direi”.

Caso Morisi, uno dei ragazzi rumeni: il pagamento

Infine, il giovane Petre ha ammesso di non essere stato pagato dal guru della comunicazione online per la notte trascorsa insieme: “Non ho ricevuto ancora niente perché la carta era bloccata o qualcosa del genere, c’era qualcosa che non andava. In ogni caso, avevo chiesto più di quanto vale una notte: 1.500 euro. Ci aveva detto che lui pagava per avere compagnia ma il patto era che voleva usare la droga perché voleva divertirsi. Per queste cose si paga”.