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Fa causa al padre per 900 euro di paghetta: perde tutto

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Nel 2014 il genitore fu obbligato a versare 300 euro al mese, ma il Tribunale di Padova ha rifiutato una seconda richiesta e ribaltato la sentenza.

Una battaglia legale durata 4 anni e finita nel peggiore dei modi a causa di pretese probabilmente insensate. Anche perché dall’altra parte della barricata c’era nientemeno che il proprio padre. Fino a quando è legittimo per un figlio dipendere economicamente dai genitori? Difficile trovare una risposta che valga per ogni caso, fa quindi discutere, in un senso o nell’altro, la sentenza che arriva dal Tribunale di Padova. Nell’anno 2014 un ragazzo allora 25enne aveva fatto causa al padre, un facoltoso imprenditore veneto, chiedendogli ben 230mila euro che sarebbero stati necessari a completare gli studi, master compreso. Pur non appoggiando appieno le sue richieste, i giudici avevano obbligato il papà a versare un assegno mensile di 300 euro, concessione che però il figlio non ha ritenuto sufficiente, coinvolgendo il genitore in una seconda causa pretendendo una “paghetta” di ben 900 euro al mese. È toccato appunto al Tribunale di Padova esprimersi sulla questione, e i giudici hanno rifiutato la richiesta del ragazzo ribaltando anche la prima sentenza, cancellando dunque l’assegno da 300 euro.

Fa causa al padre per 900 euro di paghetta

I giudici gli avevano inizialmente dato ragione, almeno in parte, ma la sentenza deve averlo illuso e spinto a pretendere decisamente troppo.

È accaduto a un ragazzo di 25 anni che nel 2014 aveva deciso di portare il proprio padre in tribunale con una strana richiesta: voleva che il genitore, un ricco imprenditore della Riviera del Brenta, gli desse 230mila euro per completare il percorso di studi, con l’università e il master.

La decisione del tribunale aveva parzialmente accolto le richieste del ragazzo, non accontentandolo con la cifra domandata ma obbligando il padre a versare al figlio un assegno mensile di 300 euro.

Eppure questo non era bastato al giovane, che si era convinto a coinvolgere il papà in una seconda battaglia legale, con pretese ancora più alte. Nella causa successiva, infatti, il figlio chiedeva che gli venisse riconosciuta una paghetta d’oro da 900 euro al mese.

Decisamente troppo per il Tribunale di Padova, che a inizio giugno 2018 si è infine espresso sul caso. Non solo la richiesta del figlio, ora 29enne, è stata rifiutata, ma i giudici hanno anche ribaltato la prima sentenza, annullando di fatto l’obbligo del papà a versare l’assegno inizialmente previsto.

Dopo una curiosa guerra legale durata circa quattro anni, il legale del genitore Stefano Marrone si è espresso con soddisfazione circa la sentenza del tribunale: “Dopo 4 anni la giustizia ha riconosciuto il buon diritto del padre a vedere il proprio figlio che provvede in modo autonomo a se stesso. Un figlio di 29 anni ha il dovere di rimboccarsi le maniche senza gravare ancora sui genitori”.