> > Centrale nucleare in Slovenia, cosa sta succedendo e perché se ne parla

Centrale nucleare in Slovenia, cosa sta succedendo e perché se ne parla

centrale nucleare Slovenia

La centrale nucleare di Krško, in Slovenia, si trova a 100 km dal confine italiano ed è al centro di un nuovo dibattito.

Nel pieno della guerra nel cuore del Vecchio Continente, mentre la minaccia nucleare comincia a farsi largo e a spaventare il mondo intero, la centrale nucleare di Krško, in Slovenia, è finita al centro di un nuovo dibattito.

I rischi della centrale nucleare in Slovenia: possibile proroga dell’attività

La centrale nucleare di Krško si trova a soli 100 km dal confine italiano e sono proprio gli ambientalisti italiani a chiederne lo smantellamento. Costruito negli anni Settanta, l’impianto è in attività dal 1983. Nel gennaio 2023 è prevista la chiusura. Eppure si sta discutendo sulla possibilità di mantenerlo in funzione fino al 2043. Tuttavia, la vicinanza della centrale al nostro Paese preoccupa gli esperti. Legambiente ha così chiesto al Governo di prendere posizioni e schierarsi a favore della chiusura della centrale, ormai considerata vecchia e pericolosa.

L’impianto, inoltre, si trova in una zona sismica. Le scosse di terremoto registrate in Croazia nel dicembre 2020 avevano fatto arrestare il reattore della centrale: fortunatamente non si erano registrati danni, ma il rischio di incidenti a causa di eventi sismici non è da escludere (e gli effetti sarebbero allarmanti).

L’appello di Legambiente

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha sottolineato: “La vicenda della centrale slovena di Krško, ma anche la guerra in corso in Ucraina, dove si trovano quattro centrali in funzione, ci ricordano che con il nucleare non si scherza. Stiamo parlando di una tecnologia insicura, dove il rischio di un incidente è sempre dietro l’angolo, soprattutto in area sismica e sistemi di sicurezza inadeguati rispetto alla potenza dei terremoti prevedibili in quell’area”.

Quindi ha aggiunto: “Per questo è importante che anche l’Italia prenda al più presto una posizione ferma e decisa sul caso Krško”.

Continua l’appello degli ambientalisti (e non solo), ma per il momento il Governo non si è ancora espresso sul tema. Nessuna considerazione neppure da parte del Ministero della Transizione.