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Che cos’è contributo IVS dipendenti

contributo IVS

Il contributo IVS viene pagato da quasi tutte le categorie di lavoratori. Ecco a cosa serve realmente questo importante contributo.

Il contributo IVS, ovvero il contributo di Invalidità, Vecchiaia, Superstiti, è una contribuzione obbligatoria a scopi pensionistici versata all’INPS, o ad altra gestione pensionistica. E’ una quota trattenuta in busta paga ai lavoratori o versata direttamente dal lavoratore come forma di assicurazione pensionistica. Nel caso in cui l’utente dovesse venire a trovarsi in una delle condizioni sopra elencate, ovvero, nel caso in cui dovesse rimanere invalido, in caso di anzianità o nel caso in cui dovesse morire, l’INPS è tenuta ad erogargli le quote versate in precedenza. Nel caso di morte del lavoratore, i beneficiari sono i familiari superstiti.

Cos’è il contributo IVS

Come indica l’acronimo IVS il contributo che si versa all’Inps serve per pagare le spese che l’istituto di previdenza si troverebbe costretto a sostenere in caso di inabilità del lavoratore, nel caso di sopraggiunta una certa anzianità o nell’eventualità della morte per sostenere i superstiti. Le contribuzioni previdenziali, in generale, hanno come fine quello di assicurare il lavoratore contro gli eventi accidentali o gli incidenti che lo renderebbero inabile al lavoro. Lo scopo del contributo è quello di assicurare il lavoratore nel caso dovessero presentarsi dei gravi infortuni Il contributo che l’INPS eroga varia a seconda della categoria di appartenenza del lavoratore, viene calcolato ogni anno ed è la stessa Inps a stabilire le quote contributive. Vediamo quali categorie di lavoratori devono versare il contributo IVS.

Chi deve versarlo

Coloro che sono obbligati a versare il contributo IVS sono quasi tutte le categorie di lavoratori. Da questo vengono esclusi i dipendenti pubblici statali. Nello specifico le categorie riguardano i dipendenti privati, gli artigiani e i commercianti, i collaboratori autonomi iscritti alla gestione separata, gli artisti dello spettacolo, i giornalisti iscritti all’INPGI, i mezzadri, i coloni, IAP ed i coltivatori diretti. Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti il contributo sarà versato direttamente all’ Inps dal datore di lavoro che sottrarrà la quota necessaria dalla busta paga. L’obbligo di pagamento interessa sia i dipendenti privati con contratto a tempo indeterminato sia quelli con contratto a scadenza.

Come si calcola

L’aliquota da versare per il contributo IVS non è fissa ma cambia a seconda di alcuni elementi. La variazione dell’aliquota può oscillare approssimativamente tra il 24% e il 34%. Questo a seconda della tipologia di lavoratore che dovrà versare il contributo IVS all’Inps. Per calcolare l’aliquota bisogna sapere quanto ammonta il reddito imponibile del lavoratore. Questo per conoscere la quota esatta da versare per il contributo IVS. Vediamo quali sono gli elementi che influiscono sull’aliquota determinandone la quota da versare. Uno dei fattori più determinanti è la tipologia di lavoro oppure il reddito e le dimensioni dell’azienda per cui si lavora.

Altri elementi importanti che andranno a definire il valore dell’aliquota sono l’età del lavoratore, il suo reddito e la posizione geografica. I parametri fissati dall’Inps per il calcolo dell’aliquota da versare sono definiti in base alla categoria di lavoratori. Per i lavoratori dipendenti l’aliquota è fissata a 32,87%. Per i lavoratori dipendenti non agricoli autorizzati alla prosecuzione volontaria con decorrenza compresa entro il 31 dicembre 1995 l’aliquota è fissata al 27,87% del reddito imponibile. La retribuzione minima settimanale stabilita per chi è obbligato al pagamento del contributo IVS è fissata a 200,76 euro.

Le categorie particolari

Per quanto riguarda alcune categorie particolari, come i coltivatori diretti, i coloni, i mezzadri e gli imprenditori agricoli, il contributo IVS che dovranno versare è variabile in base ad alcuni fattori. Il primo è la posizione geografica in cui è ubicata l’impresa. Il contributo IVS è ridotto se l’azienda si trova in una zona montuosa o svantaggiata dal punto di vista del rendimento agricolo. Un altro fattore che incide sull’aliquota da versare è la fascia di reddito dell’azienda agricola. Per ultimo ciò che conta è l’età del lavoratore, se è maggiore o minore di 21 anni. Per le aziende agrarie esiste poi un altro fattore che incide sull’aliquota: le fasce di reddito. Le fasce di reddito agrario stabilite per legge sono quattro. La prima è stabilita su un reddito che non supera i 232,40 euro.

La seconda quando il reddito va da 323,41 a 1032,91 euro. La terza da un minimo di 1032,92 a 2.324,05 euro. L’ultima fascia di reddito stabilisce un reddito dai 2324,06 in su. Per gli artigiani e i commercianti i contributi IVS sono obbligatori sia per i titolari dell’attività sia per i familiari che prestano lavoro in maniera continuativa e stabile nell’azienda. L’obbligo di pagamento è previsto anche per i soci. La variazione dell’aliquota è in questo caso determinata dall’età del lavoratore. Se l’età supera i 21 anni l’aliquota per gli artigiani è del 23,10%, mentre per i commercianti è del 23,19%. Quando invece l’età del lavoratore è inferiore ai 21 anni gli artigiani sono obbligati a pagare un’aliquota del 20,10%. Per i commercianti invece un’aliquota del 20,19%.