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La Spigolatrice di Sapri è una poesia di metà Ottocento del poeta marchigiano Luigi Mercantini, ispirata a un noto evento storico del tempo. La protagonista della poesia ha ispirato diverse statue, di cui l’ultima ha scatenato diverse polemiche. Ecco la sua storia.
La Spigolatrice di Sapri: la storia della poesia
La Spigolatrice di Sapri, insieme all’Inno di Garibaldi, è una delle poesia più note del poeta risorgimentale Luigi Mercantini.
Il componimento racconta la vicenda di questa giovane donna, addetta alla spigolatura del grano, che vede il rivoluzionario Carlo Pisacane e se ne innamora, arrivando anche a seguirlo durante i combattimenti, fino ad assistere alla sua uccisione da parte delle truppe borboniche.
La figura romantica ma sventurata della spigolatrice è rimasta impressa nell’immaginario popolare, e nel corso del tempo le sono state dedicate diverse statue.
La Spigolatrice di Sapri: l’evento storico
Il 28 giugno del 1957 Carlo Pisacane, insieme ad un gruppo di 323 detenuti da lui liberati presso l’isola di Ponza, sbarcò a Sapri, una località marittima della Campania, col fine di liberare il Sud Italia dal dominio dei Borboni e creare un’Italia unita.
Ad attanderli c’erano però molti contadini che li aspettavano con i forconi, sapendo che gran parte dei rivoluzionari erano degli ex detenuti. La rivolta non venne quindi supportata dagli abitanti, e già il 1° luglio vennero fermati e poi massacrati o giustiziati dalle truppe borboniche, e la rivoluzione finì in un nulla di fatto.
La Spigolatrice di Sapri: la statua in suo onore
Nel corso dei decenni sono state dedicate diverse statue alla figura immaginaria della Spigolatrice di Sapri, più o meno note al grande pubblico.
L’ultima, ovviamente voluta dal comune di Sapri, è stata svelata sabato 25 settembre dalle autorità cittadine e dall’ex premier Giuseppe Conte, che era in zona a causa del tour elettorale che sta svolgendo nel Sud Italia.
La spigolatrice di Sapri: le critiche alla statua
La statua, realizzata dall’artista cilentano Emanuele Stifano, mostra la ragazza in un abito stretto e trasparente, che lascia intravedere chiaramente le sue procaci curve, in particolare il lato B evidenziato dal vestito e dalla posizione in cui è stata realizzata la protagonista dell’opera.
Immediatamente sono emerse delle feroci critiche all’opera, definita sessista, provocatrice e vestita molto diversamente da come si abbigliavano le donne dell’epoca.
Politici come la Boldrini e attori come Alessandro Gassmann hanno criticato questa opera, definendola anacronistica soprattutto nel periodo del Me Too in cui stiamo vivendo.
L’amministrazione comunale ha però difeso l’opera e l’artista ha anche rincarato al dose, affermando come lui l’avesse voluta realizzare completamente nuda.