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Concorsi in Italia, 100 mln di spesa e ricorsi in agguato

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Stiamo parlando di 800 posti da cancelliere e 30 posti da vice-assistenti della Banca d'Italia, dove si sarebbero presentati davvero in molti.

In Italia la disoccupazione rimane ferma al 40 %, non scende. Lo dimostrano non solo i dati frutto di indagini approfondite, ma anche l’ impossibilità di candidarsi per i concorsi pubblici a causa del numero abbastanza ristretto.

Negli ultimi giorni per due concorsi pubblici, dove sarebbero disponibili solo 830 posti lavorativi, si sarebbero presentati in 393.213. Più nello specifico stiamo parlando di 800 posti da cancelliere, dove si sono presentati in 308.468, e 30 posti da vice-assistenti della Banca d’Italia dove si sono presentati in 84.745.

L’ articolo 97 della Costituzione prescrive che “agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede tramite concorso”. Ma i numeri altissimi dimostrano che in Italia qualcosa nell’ambiente lavorativo non funziona come dovrebbe. Come si legge all’art. 4 del bando, “ai candidati ammessi viene data notizia del calendario e del luogo di effettuazione del test tramite avviso sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4 a Serie speciale (Concorsi ed Esami) di uno dei martedì o venerdì del mese di ottobre 2017”. Le prove dei concorsi sono basate solo su quesiti nozionistici, facendo passare in secondo piano le motivazioni personali di un candidato per quel posto di lavoro.

La cifra sarebbe molto più alta se al concorso per quei posti non fossero stati esclusi i diplomati, ben 76 mila. Per questo motivo e non solo, sarebbero già pronti i ricorsi, infatti i sindacati sostengono che non considerare i diplomati sarebbe discriminatorio. Quindi le caratteristiche del sistema di reclutamento non sono adeguatamente create per favorire l’ingresso ai candidati migliori, a causa del numero chiuso e dei pochi concorsi a disposizione nel corso di un anno. E non stiamo considerando i costi, ben il 45% di chi affronta un concorso si deve preparare studiando in media 5 mesi, di solito senza lavorare.

La spesa dell’Italia per fornire “le opportunità” si aggira intorno ai cento milioni al mese, molti soldi per fornire non altrettanti posti di lavoro. Ricordiamo che nel 2014 per 280 mila partecipanti ai concorsi pubblici, la spesa ha superato il miliardo e 400 milioni.