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Condannato per abusi sessuali su pazienti, morto suicida il primario dell’ospedale di Mazara del Vallo

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Roberto Caravaglios, il primario di Radiologia dell’ospedale di Mazara del Vallo, è morto suicida. Era stato condannato per abusi sessuali.

Il primario di Radiologia dell’ospedale di Mazara del Vallo, Roberto Caravaglios, è morto suicida dopo essere stato condannato per abusi sessuali compiuti ai danni di tre pazienti.

Morto suicida il primario dell’ospedale di Mazara del Vallo

Roberto Caravaglios, 60 anni, si è suicidato nella serata di martedì 17 gennaio, intorno alle ore 20:00. Il primario del reparto di Radiologia dell’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo era stato condannato, il 1° dicembre 2022, a quattro anni e quattro mesi di carcere dal gup Annalisa Amato dopo essere stato accusato di violenze sessuali su tre pazienti. Il 60enne era stato processato con rito abbreviato: in questo modo, aveva potuto beneficiare dello sconto di un terzo della pena prevista dalla legge per il reato commesso.

Oltre al carcere, il gup aveva anche stabilito che Caravaglio venisse interdetto per cinque anni dai pubblici uffici e per un anno dalla professione medica.

I funerali del medico si svolgeranno alle ore 15:00 di giovedì 19 gennaio al Santuario della Madonna del Paradiso.

Era stato condannato per abusi sessuali su tre pazienti

Il primario era stato denunciato per aver commesso abusi su tre donne, in un arco temporale compreso tra marzo 2016 e giugno 2020. Le vittime del 60enne si erano recate presso l’ospedale di Mazara del Vallo per sottoporsi ad alcuni accertamenti diagnostici.

A dare il via alle indagini, condotte dalla squadra mobile di Trapani, è stata la denuncia di una delle tre donne. Stando a quanto riferito dall’accusa, Caravaglios avrebbe toccato le parti intime delle pazienti durante un esame diagnostico chiamato “isterosalpingografia” e avrebbe compiuto “manovre”, durante le fasi preparatorie e l’accertamento, che non sarebbero state necessarie ai fini dell’indagine.

Al processo, che si è svolto a porte chiuse, le tre donne si sono costituite parte civile e avrebbero dovuto ricevere come risarcimento danni 8 mila euro ciascuna dal primario, più le spese legali. L’Asp di Trapani, invece, era “responsabile civile”.