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Coro di no alla proposta di Letta di una tassa di successione per finanziare una dote ai 18enni

Letta propone tassa successione

Da Meloni a Salvini, da Conte a Calenda, un coro di no alla proposta di Letta di una tassa di successione per i patrimoni plurimilionari

Da Meloni a Salvini, da Calenda a Conte, un coro di “no” alla proposta di Letta di una  una tassa di successione per patrimoni plurimilionari necessaria a  finanziare una dote ai 18enni. 

La campagna elettorale entra nel vivo

La campagna elettorale entra nel vivo e come c’era da aspettarsi, ogni partito avanza la sua proposta di riforma  rispetto al proprio elettorato di riferimento. Poco importa se poi la stessa rischia di non essere di gradimento rispetto alla propria coalizione e quindi di non passare al voto parlamentare. L’importante è rappresentare una tendenza attraverso la quale ogni partito cerca di caratterizzarsi rispetto agli altri dopo il “reset” della maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto il governo Draghi.

La proposta di Letta

Da Berlusconi a Salvini fino a Letta, ognuno sfodera le armi. Per quanto riguarda la (ri) proposta di quest’ultimo di una dote ai 18enni – da finanziare con una  tassa di successione per i patrimoni plurimilionari – era chiaro che avrebbe aperto il filone evergreen della questione “patrimoniale sì, patrimoniale no” che ha sempre rappresentato uno dei principali terreni di scontro tra le forze politiche.

La proposta di Letta ha suscitato la reazione di chi non ritiene quella della solita patrimoniale, una ricetta in grado di risolvere i problemi delle fasce economicamente più deboli del Paese, tantomeno dei più giovani. Dalla Meloni, fino a Renzi, la proposta è stata accolta con un coro di “no”.

Il coro di no a Letta sulla tassa di successione

Meloni

“Letta lo ammette: la patrimoniale è il pilastro del suo programma. Il 25 settembre gli italiani potranno scegliere: votare il Pd che vuole più tasse e colpire i patrimoni, oppure votare Fratelli d’Italia che non vuole più tasse e che si batterà per tutelare chi produce ricchezza e crea lavoro” ha affermato Giorgia Meloni.

Salvini

“Chi sceglie il Pd sceglie più tasse, chi sceglie la Lega sceglie la Flat Tax al 15% e la Pace Fiscale. Chi non sceglie, poi non si lamenti” il commento social di Matteo Salvini.

Anna Maria Bernini

“Letta persevera, con una coerenza degna di altra causa, sulla tassa di successione per dare una dote ai diciottenni, confermando che la vocazione del Pd è quella del partito delle tasse. Il contributo di solidarietà, alias patrimoniale, viene propagandato come uno strumento di equità sociale, ma la realtà è che finirebbe per colpire soprattutto le proprietà immobiliari e i risparmi del ceto medio, un limone già ampiamente spremuto” -ha affermato in una nota Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia –  “ai giovani vanno garantite formazione e opportunità di lavoro, non mance elettorali” la sua conclusione.

La suggestione di Letta non ha fatto presa nemmeno al centro dello scacchiere politico. 

Calenda

“Ai diciottenni non serve una dote ma un’istruzione di qualità e meno tasse sul lavoro. Azione aveva proposto di concentrare il taglio dello scorso anno sui ragazzi fino a 30 anni. Nessuno, dicasi nessuno, lo ha votato” ha scritto Calenda su twitter.

Renzi

“Da segretario del Pd ho sempre detto no ad aumentare le tasse. Aumentare quella di successione è folle. Si pagano già tante tasse in questo Paese, possiamo almeno morire gratis?” ha affermato  il leader di Italia Viva Matteo Renzi.

Conte

Contrario perfino l’ex alleato di governo Giuseppe Conte: “l problema giovani non lo risolvi tassando i super ricchi” – ha affermato il leader del M5S –  I giovani non vogliono una dote, vogliono la speranza per il proprio futuro, vogliono un’opportunità concreta di lavoro, non il lavoro precario di un giorno o una settimana”.