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Cosa sta succedendo in Sudan: come sono arrivati alla guerra civile

Sudan

La situazione in Sudan è sempre più preoccupante, tanto che sono stati attuati dei piani di evacuazioni. Cosa sta succedendo?

La situazione in Sudan è sempre più preoccupante, a causa della guerra civile. Il Paese è completamente nel caos e sono scattati i piani di evacuazione per i cittadini stranieri.

La situazione in Sudan è sempre più difficile

La situazione in Sudan è molto difficile, con la guerra civile in corso. Il Paese è nel caos e non sono servite le promesse da parte della comunità internazionale. Il 4 aprile si incontravano per un Iftar il capo dell’esercito, il generale Abdel Fattah al-Burhan e il capo dell’organizzazione paramilitare Rsf, il generale Mohamed Hamdan Dagalo per parlare di pace, pochi giorno dopo lo scoppio della guerra. Dal 15 aprile vanno avanti i combattimenti tra l’esercito regolare sudanese e il gruppo militare Rsf per ottenere il controllo del Paese. L’epicentro dei combattimenti resta la capitale Khartum. Per il momento si contano 600 morti, ma il numero sembra destinato ad aumentare. Tra le vittime anche tre impiegati del World Food Programme, agenzia dell’Onu che si occupa di assistenza alimentare.

Cosa sta succedendo in Sudan?

Il conflitto si è esteso in altre città e la popolazione civile è rimasta bloccata nelle proprie case. Secondo alcune testimonianze sono in corso bombardamenti aerei. Le due forze hanno cominciato ad usare l’artiglieria e la situazione è sempre più confusa. Per capire come sono arrivati ad una guerra civile bisogna tornare al 2019, quando dopo 30 anni di dittatura Omar al Bashir è stato deposto con un golpe. Dopo una breve parentesi democratica, nel 2021 i due generali al-Burhan e Dagalo hanno deciso di rovesciare il governo con un colpo di stato, instaurando una dittatura militare. Da quel momento il Paese è stato governato da una giunta militare chiamata Consiglio Sovrano, di cui al-Burhan è il capo e Dagalo il secondo in comando.

L’alleanza tra i due generali non è durata molto. Alla fine del 2022, il governo militare sudanese aveva acconsentito ad un accordo per restituire il potere a un’amministrazione civile, con la promessa di ricevere fondi economici internazionali. In cambio, la comunità internazionale chiedeva che le Rsf fossero integrate nell’esercito regolare, forza paramilitare nata dai Janjawid, i miliziani di etnia araba fedeli ad al-Bashir, che durante la repressione dei ribelli del Darfur nel 2003 furono accusati di genocidio. Dagalo si è opposto, temendo di perdere il suo potere, spiegando che una simile integrazione avrebbe richiesto almeno dieci anni e non due. Da quel momento è nato uno scontro politico che si è trasformato in una guerra civile, nata sulla promessa di fondi economici occidentali per estendere un modello democratico.