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Covid, a Malpensa tornano screening e tampone per chi arriva dalla Cina. Bassetti: “Dobbiamo proteggerci”

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I viaggiatori che dalla Cina atterrano all’aeroporto di Malpensa dovranno effettuare il tampone anti-Covid: cosa sta succedendo.

Con il ritorno dello screening e del tampone obbligatorio contro il Covid per tutti i viaggiatori che arrivano all’aeroporto di Malpensa dalla Cina, il livello di allerta in Italia è alle stelle. Sulla questione, è intervenuto l’infettivologo Matteo Bassetti.

Covid, a Malpensa tornano screening e tampone per chi arriva dalla Cina

Torna lo screening a Malpensa: tutti i passeggeri che arrivano in aeroporto dalla Cina dovranno effettuare il tampone per verificare la positività al SARS-CoV-2. La misura è entrata in vigore da lunedì 26 dicembre. L’obiettivo è evitare che l’ondata di Covid che sta travolgendo la Repubblica Popolare cinese abbia ripercussioni gravi in Italia. A chiedere la reintroduzione della procedura presso lo scalo milanese è stata l’Ats dell’Insubria. Lo screening, quindi, è stato “immediatamente valido” e resterà in vigore “fino al 30 gennaio 2023” il regolamento per sottoporre a tampone antigenico molecolare tutti i viaggiatori in arrivo dalla Cina che atterrano a Malpensa.

“Si registra nel Paese un elevato numero di infezioni da Covid con la conseguente forte pressione per il sistema sanitario cinese”, si legge sul sito del Ministero degli Esteri nell’avviso pubblicato su ‘Viaggiare sicuri’. Con l’avviso, i passeggeri vengono anche informati che “la Regione Lombardia ha dato indicazione alla Ats Insubria, di riferimento per l’aeroporto di Malpensa, di sottoporre a tampone molecolare di screening per Covid-19 tutti i passeggeri/operatori provenienti dalla Cina. Tale disposizione ha attivazione immediata con scadenza 30 gennaio 2023 salvo diversa rivalutazione della situazione epidemiologica”.

Solo nella giornata di lunedì 26 dicembre, sono stati effettuati 90 tamponi. Martedì 27, 120. Nella giornata di mercoledì 28, si avranno i primi risultati sul sequenziamento e su ipotetiche nuove varianti.

Bassetti: “Dobbiamo proteggerci”

Sul ritorno dello screening all’aeroporto di Malpensa, è intervenuto il direttore della Clinica di Malattie Infettive del San Martino di Genova, Matteo Bassetti. “A distanza di 3 anni siamo in una situazione in cui non avrei mai immaginato di trovarmi. Se vogliamo evitare di riprendere un Sars-CoV-2 mutato dobbiamo intervenire subito: servono controlli su tutti i voli dalla Cina, restrizioni ai viaggi, tampone molecolare ai passeggeri nelle 24 ore precedenti la partenza o quarantena all’arrivo con test molecolare per uscirne, altrimenti chi arriva non deve circolare. Sarebbe una misura che dovrebbe prendere, non l’Italia da sola, ma tutta l’Europa. E non per un mese, ma per 6″, ha detto.

“Con un bacino di un miliardo e mezzo di potenziali contagiati, il virus farà molte mutazioni e a questo dobbiamo porre la giusta attenzione per non fare lo stesso errore di tra anni fa, quando sottovalutammo cosa stava accadendo dall’altra parte del mondo”, ha dichiarato all’ANSA. “Non sono mai stato allarmista ma ora dico che dobbiamo alzare una barriera per proteggerci da quanto sta accadendo in Cina, dove è in corso una nuova ondata di Covid senza precedenti e su cui c’è censura. Ma email criptate che arrivano da fonti cinesi riportano numeri da far paura, come 325 milioni di cinesi contagiati in 20 giorni, circa 10.000 morti al giorno e almeno 29 varianti di Omicron, alcune delle quali rientrano in quelle che evadono il vaccino in tutto”.

Non solo tampone anti-Covid a Malpensa per i viaggiatori dalla Cina. La situazione in Italia

Bassetti, poi, si è focalizzato sul caso dell’Italia e sull’andamento della pandemia nel Paese: “In Italia, oggi, grazie allo straordinario lavoro fatto siamo completamente fuori dal Covid, non possiamo permetterci di trovarci 3 anni dopo a correre il rischio di ritrovarci daccapo. A fronte di questo, l’Organizzazione mondiale della sanità faccia qualcosa, trovi una soluzione, perché quello che arriva dalla Cina è una sorta di richiesta di aiuto. Una valutazione che prende in considerazione molti fattori ma il primo riguarda l’immunizzazione. I loro vaccini a vettore virale funzionano molto meno dei nostri a mRna, inoltre hanno vaccinato pochissimo le persone anziane e hanno un sistema sanitario molto più fragile del nostro, con ospedali per ricchi che funzionano bene, ma tutto il resto è come era da noi 50 anni fa. Quello che rischiamo oggi è molto peggio di quanto accadde con Wuhan perché, mentre allora il contagio era localizzato, ora l’allarme è su tutta la Cina. E proprio come lo scorso anno, da loro come da noi, siamo alle porte dell’inverno, che è una stagione più difficile per la circolazione di virus respiratori, ma anche a ridosso del Capodanno Cinese che sarà un’ulteriore occasione di scambio di persone e di virus”.

“In questi anni in Italia e in Europa, abbiamo fatto un investimento economico spaventoso con vaccini, tamponi e misure sanitarie: non possiamo trovarci ad andare indietro per colpa di chi non è stato in grado di seguire la scienza”, ha aggiunto l’infettivologo. E ha rivolto un appello a tutta la popolazione italiana: “Chi in questo momento non ha fatto il richiamo con la quarta dose, la faccia, abbiamo una copertura solo del 40% di anziani e fragili”.

La richiesta di un intervento tempesti dell’Oms

Intervenendo ancora sul tema ai microfoni di AdnKronos Salute, poi, Bassetti ha dichiarato: “La situazione Covid in Cina a me preoccupa moltissimo: sono un miliardo e mezzo di persone e, con un virus che contagerà probabilmente il 50% circa della popolazione, si pensi a quanti giri farà questo patogeno. Il rischio è di avere un ‘fuoco di ritorno’ delle persone che viaggeranno e arriveranno qua e che magari potranno portare delle varianti più contagiose, anche se speriamo non più pericolose. Del resto, però, se una variante è resistente alle vaccinazioni è automaticamente più pericolosa e mi auguro che tutto questo non succeda”.

“Ci vuole, a mio avviso, un intervento urgente da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e di tutto il mondo per dare una mano alla Cina in questo momento, mandare dei vaccini che funzionano e dei farmaci, degli antivirali. Credo sia arrivato il momento di farlo, perché il mondo è globale e, se le cose vanno male in una parte del globo, rischiano di ritornarci indietro in forma anche peggiore”, ha concluso.