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Covid, Clementi: "Valutare terza dose per vaccinati da oltre 8 mesi"

Massimo Clementi vaccino

Ecco quanto dichiarato di recente da Massimo Clementi in merito alla terza dose per i soggetti vaccinati da oltre 8 mesi.

Ecco quanto dichiarato di recente da Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano e docente all’università Vita-Salute, in merito alla terza dose per i soggetti vaccinati da oltre 8 mesi.

Massimo Clementi, “valutare terza dose per vaccinati da oltre 8 mesi”

Nel corso di un’intervista rilasciata all’Adnkronos Salute, Massimo Clementi ha parlato della possibilità di una terza dose per color vaccinati da oltre 8 mesi. “Un aspetto importante da capire ora sarà cosa fare con le persone che sono state vaccinate da molto tempo, più di 8 mesi fa, quindi i primi immunizzati”, ha infatti affermato. Per poi aggiungere: “Perché ormai comincia a essere abbastanza importante la possibilità che sia necessaria una terza dose”.

Massimo Clementi sui vaccini anti- Covid

Sempre nel corso della stessa intervista il direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano e docente all’università Vita-Salute, ha sottolineato come a suo avviso “la terza dose si arriverà perlomeno a consigliarla alle persone fragili, con patologie e over 70“.

Per quanto riguarda i contagi, inoltre, Massimo Clementi ha affermato: “L’infezione può verificarsi nei vaccinati e in alcuni casi era da attenderselo. Ma per quel che riguarda le ospedalizzazioni e la possibilità di innestare infezioni molto gravi che possono portare alla terapia intensiva, c’è una protezione notevole da parte della vaccinazione. Anche ieri è uscito un lavoro sul ‘New England Journal of Medicine’ che lo conferma. Finora i vaccini hanno protetto nei confronti di tutte le varianti, quando più quando meno, ma hanno protetto”.

Massimo Clementi, come interviene il vaccino anti Covid

Il vaccinato, ha spiegato Clementi, “produce due classi di anticorpi IgG e IgM; non ne produce una terza che invece fa chi ha avuto l’infezione naturale, cioè gli anticorpi IgA secretori presenti a livello delle mucose. Venendo a contatto col virus può anche avere un ciclo o due replicativi a livello delle mucose. Quello è il momento in cui il tampone risulta positivo. Poi l’immunità sviluppata grazie al vaccino interviene. L’infezione di solito è molto transistoria e a bassa carica virale. Può infettare, certo, ma ha meno probabilità di un non vaccinato e difficilmente si ammala”.