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Covid, cresce la pressione sugli ospedali in 13 regioni: i dati Agenas

Ospedale

Gli ultimi dati Agenas rivelano che sta crescendo la pressione sugli ospedali in 13 regioni italiane. Il tasso di occupazione nazionale è oltre il 20%

Gli ultimi dati Agenas rivelano che sta crescendo la pressione sugli ospedali in 13 regioni italiane. Il tasso di occupazione nazionale è oltre il 20%.

Covid, cresce la pressione sugli ospedali in 13 regioni: i dati Agenas

Secondo gli ultimi dati Agenas, a livello nazionale il tasso di occupazione dei posti letto nei reparti ospedalieri ha raggiunto il 20%. Nelle ultime 24 ore è cresciuta la pressione sugli ospedali in 13 regioni italiane, a causa del Coronavirus. Una pressione che con la diffusione della variante Omicron continua ad aumentare e a far preoccupare.

Covid, i dati Agenas: pressione sugli ospedali in 13 regioni

I livelli più critici sono in Val d’Aosta, con il 47% in area medica, in Calabria, con il 32%, in Liguria con il 31% e in Umbria, con il 27%. Sono in peggioramento l’Abruzzo, con il 16%, l’Emilia-Romagna, con il 18%, il Lazio, con il 20%, la Lombardia, con il 22%, il Piemonte, con il 24%, la Puglia, con il 12%, la Sicilia, con il 24% e la Toscana, con il 16%. Rimangono stabili, ma oltre la soglia del 15%, la Basilicata, con il 20%, il Friuli Venezia Giulia, con il 24%, le Marche, con il 23% e la provincia di Bolzano, con il 17%. In calo la provincia di Trento, con il 19%, e la Sardegna, con il 9%.

Covid, i dati Agenas: numeri delle terapie intensive

I dati Agenas, per quanto riguarda i posti letto in terapia intensiva, rilevano che il tasso di occupazione nazionale è al 15%. Le percentuali stanno peggiorando in sei regioni, ovvero l’Abruzzo, con il 13%, la Basilicata, con il 4%, la Lombardia, con il 15%, la provincia autonoma di Bolzano, con il 19%, il Piemonte, con il 19%, e la Valle d’Aosta, con il 12%. La situazione è stabile in Calabria, con il 15%, nel Lazio, con il 17%, in Veneto, con il 19%, in Emilia Romagna, con il 15%, in Liguria, con il 21%, nelle Marche, con il 21%, nella provincia autonoma di Trento, con il 24%, in Sicilia, con il 13%, in Toscana, con il 15% e in Umbria, con il 12%.