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Covid, Roberto Speranza: "I non vaccinati sono poco più del 10%"

Roberto Speranza

Roberto Speranza, ministro della Salute, ha parlato della situazione Covid, specificando che i non vaccinati sono poco più del 10% in questo momento.

Roberto Speranza, ministro della Salute, ha parlato della situazione Covid, specificando che i non vaccinati sono poco più del 10% in questo momento.

Covid, Roberto Speranza: “I non vaccinati sono poco più del 10%”

Al momento i positivi in Italia sono più di due milioni. Secondo gli esperti si tratta di un segnale favorevole, segno che il picco si avvicina. La crescita dei ricoveri non sta rallentando e la pressione sugli ospedali aumenta. “Siamo all’89,40% di over 12 con la prima dose. I non vaccinati sono poco più del 10% degli over 12” ha dichiarato Roberto Speranza, ministro della Salute. Il ministro ha spiegato che coloro che non rientrano nella categoria di vaccinati “occupano due terzi di posti in intensiva e il 50% dei posti in area medica“: Lo scopo del governo è quello di “ridurre l’area dei non vaccinati: questa è la scelta fondamentale dell’esecutivo e io credo che sia una scelta che abbia piena e compiuta evidenza scientifica“.

Covid, Roberto Speranza: “Booster è scudo contro variante Omicron”

Il ministro ha spiegato che su 100mila persone ce ne sono 23,2 che vanno in terapia intensiva e non sono vaccinati. Il dato passa da 23 a 1,5 per quanto riguarda i vaccinati con due dosi da più di quattro mesi, crolla a 1 per i vaccinati entro 4 mesi e a 0,9 per coloro che hanno effettuato la terza dose. La dose booster è anche uno scudo per la variante Omicron. Franco Locatelli, coordinatore del Cts, ha spiegato che i dati britannici indicano che “copre per l’88% e per il 65% nel caso di ciclo primario“. Pfizer, intanto, ha annunciato che il vaccino contro Omicron sarà pronto a marzo, mentre l’Ema ha iniziato a valutare l’antivirale Paxlovid della Pfizer.

Covid, Roberto Speranza: la situazione in Italia

Livio Fenga, senior lecturer del Centro analisi, simulazione e modelli dell’Università britannica di Exeter, è convinto che il picco arrivera tra tre e quattro settimane. Enzo Marinari, dell’Università Sapienza di Roma, ha spiegato che “c’è un piccolo rallentamento nella crescita dei casi positivi, si comincia vedere un segnale. La crescita dei ricoveri è invece esponenziale da otto settimane e non si vede una flessione nemmeno nei decessi“. I dati Agenas, inoltre, segnalano che l’occupazione dei reparti è al 34% e al 17% quella delle terapie intensive. La Società italiana di chirurgia ha denunciato la riduzione degli interventi, mentre la Società italiana di pediatri ha rivelato che “stanno aumentando i ricoveri nella fascia d’età sotto i 19 anni“. I dati del ministero hanno indicato un maggiore incremento di contagi in Lombardia, Emilia Romagna e Campania.