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Strage di Erba, Olindo Romano a Le Iene "Siamo innocenti"

Strage di Erba, Olindo alle Iene

Olindo Romano, condannato all'ergastolo con la moglie Rosa Bazzi per la strage di Erba, ha rilasciato un'intervista alle Iene dal carcere.

Continua l’inchiesta delle Iene sulla strage di Erba nella quale, l’11 dicembre 2006, hanno perso la vita Raffaella Castagna e il figlio Youssef, la madre Paola Galli e la vicina Valeria Cherubini. Per gli omicidi sono stati condannati all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi, i due coniugi vicini di casa della famiglia Castagna-Marzouk che hanno inizialmente confessato il delitto per poi dichiararsi innocenti. Ma i dubbi sulla loro ricostruzione permangono. Lo stesso Azouz Marzouk, marito di Raffaella, ha dichiarato ai microfoni delle Iene di credere all’innocenza della coppia e di voler chiedere la riapertura delle indagini.

Olindo Romano “Non siamo stati noi”

Olindo Romano ha accettato di parlare davanti alle telecamere per la prima volta, intervistato da Antonino Monteleone. “Eh insomma, andiamo avanti”, risponde quando il giornalista gli chiede come sta. “Oggi mi sono iscritto a Biologia, va benino, riesco a cavarmela. Mezza giornata la passo in cucina, il tempo che rimane faccio un po’ di pulizie. Vedo Rosa una volta al mese per un’ora e ci parlo al telefono una volta a settimana”. Poi ribadisce la sua innocenza: “Non siamo stati noi. Non sono stato io a uccidere quelle persone. Forse ci hanno scambiati per quello che non eravamo, i fatti non coincidono con tutto quello che è successo, comprese quelle mezze confessioni”. In 12 anni, però, Olindo e Rosa non hanno mai voluto avanzare ipotesi circa il possibile colpevole. “Quando vieni accusato ingiustamente, poi ti guardi bene dal puntare il dito a qualcuno se non sei più che certo”.

Romano non nega i contrasti con la famiglia di Raffaella e Azouz, ma si trattava delle “solite liti condominiali. Il motivo della prima era su una festa. Avevo la camera da letto sotto il soggiorno, andavano avanti fino alle quattro del mattino. E io mi dovevo svegliare alle cinque. Non ho mai visto spacciare, però il vai e vieni c’era. Ci arrivava di tutto. Si capiva che c’era qualcos’altro, oltre alle feste. Ammazzi uno perché non lo sopporti? Litigare sì”.

Strage di Erba, Olindo Romano parla alle Iene

I dubbi sulla strage di Erba

È lecito avere dubbi sulla strage di Erba“. A dirlo è il generale Luciano Garofalo, ex comandante del Ris dei Carabinieri, intervistato dalle Iene. Non convince la ricostruzione della morte di Valeria Cherubini, così come le parole del marito Marco Frigerio, unico superstite. L’uomo, al risveglio, aveva descritto l’omicida come un uomo mai visto prima, dalla carnagione olivastra. Gli esperti hanno inoltre calcolato che la ricostruzione fatta da Olindo contiene 243 errori, ovvero uno ogni 30 secondi. Ancora superiori sarebbero quelli di Rosa.

Pietro Castagna “Difendiamo la verità”

Pietro Castagna, fratello di Raffaella e zio del piccolo Youssef, ha pubblicato sul proprio profilo Facebook una lunga invettiva contro tutti coloro che difendono l’innocenza di Olindo e Rosa. “Purtroppo la superficialità è meno faticosa del pensiero consapevole, ed essendo quindi più facile, trova spesso terreno fertile in persone incapaci di capire che qualcuno sta vendendo delle menzogne spacciandole per verità, manipolando, omettendo, ricucendo ad arte, perchè è più facile farsi convincere che capire”. Castagna ricorda i lunghi anni di indagini e processi che li hanno portati a sentenza. “Ora, non sta a noi, né difendere la procura né gli inquirenti né il loro operato”, continua. “Consentiteci di difendere però la verità, che per noi è solo una. Consentiteci di essere indignati e increduli nel sentire gente che definisce i colpevoli come innocenti vittime di una giustizia sommaria e faziosa, definiti addirittura come ‘un gigante buono e una gracile signora’. Questo gigante buono e questa gracile signora hanno ucciso brutalmente nostra madre, nostra sorella, nostro nipotino, la signora Valeria, hanno tentato di uccidere il signor Mario, spezzando pochi anni dopo la sua vita e pochi mesi fa la vita di nostro padre, facendo vivere a me e a Beppe, a Elena e Andrea Frigerio un incubo continuo”.